venerdì 30 giugno 2017

Invisibili Creature: HAHASIAH


HAHASIAH

E' il Nome del tuo Angelo Custode

Egli appartiene al coro dei Principati, 
e le sue caratteristiche sono femminili

Elemento Fuoco, domicilio Zodiacale del Sagittario

HAHASIAH  collettivamente agli altri cinque Angeli Custodi protegge i nati sotto il segno dell'Ariete, e assicurano ai loro Protetti e a tutti coloro che per Invocazione sollecitano il loro 
soccorso, un' energia intensa, focosa, e parimenti un acceso desiderio di rigenerazione, che trascina e colma di entusiasmo le creature più scettiche e passive.

Tramite l'Invocazione è possibile ottenere: 
conoscenza delle peculiarità e qualità degli animali, vegetali e minerali, e altresì successo nella carriera medica e in quella farmaceutica. 
Emanazione gioviana del Coro dei Principati (di energia venusiana). 
HAHASIAH è portatore principalmente di Bontà infinita! Secondo il testo tradizionale, egli fa scoprire i misteri della saggezza e della Natura, in special modo, la famosa Pietra Filosofale e la Panacea Universale. 
Il suo protetto potrà possedere un sapere enorme, impressionante, che non sarà frutto di esperienza né di studi, ma verrà infuso direttamente dall'Angelo, in virtù di meriti acquisiti dalla persona nelle sue vite precedenti. Questa persona conoscerà le proprietà dei regni inferiori e potrà chiedere e ottenere poteri per guarire se stessa e gli altri. 
Potrà restituire la salute (fisica e spirituale) ai sofferenti e, ovunque, la sua opera diventerà preziosa, anzi, provvidenziale. 
HAHASIAH incita la persona a esteriorizzarsi, come fossero suoi, i valori che egli vi infonde: pace, armonia, spirito conviviale, unione benevola fra tutti, garbo e fratellanza a livello universale. Ed ecco pertanto il desiderio di compiere gesti edificanti e nobili, l'aspirazione a comportarsi in modo sublime, suscettibile di procacciargli ammirazione, ovvero una persona difficile da superare, soprattutto nei principi. 
L'Amore sarà posto al servizio del Disegno Divino nella sua fase di esteriorizzazione, il soggetto si sentirà totalmente identificato con la propria Missione. 
HAHASIAH, impone il rispetto della vera autorità, sicché la biblica espressione della Preghiera al Padre "sia fatta la Tua Volontà" acquisterà pienamente il suo significato. La persona sarà impegnata in missioni imperniate sull'Amore; per sua Virtù l'Amore verrà interiorizzato, facendolo affluire dalle energie che HAHASIAH dispensa, per poi a sua volta riversarlo sul mondo.


Dono da Lui dispensato: 
MEDICINA UNIVERSALE o PIETRA FILOSOFALE

Caratteristiche 

Angelo del Giorno: 27 febbraio, 11 maggio, 25 luglio, 7 ottobre, 18 dicembre 

Elemento: Fuoco 

Erbe: garofano Colore personale: viola/viola 

Pietra: Magnesite 

Invisibili Creature: MELAHEL




MELAHEL

Angelo - Trono, Custode che amministra 

le energie di SATURNO e MERCURIO,

le sue caratteristiche sono maschili.

Dono da Lui dispensato: SALUTE E GUARIGIONE


Egli fa penetrare la Legge nell'intelletto, in modo che l'individuo possa 

comprendere ogni cosa. La sua ragione gli indica la condotta da 

seguire. 

Sapendo che niente è frutto del caso, ma ogni cosa ha una sua causa, 

egli agirà in modo da ottenere risultati favorevoli. Quindi, per l'azione 

delle Leggi Superiori sul Mondo Inferiore della Materia, l'individuo sarà 

tranquillo e lucido in ogni sua attività, scoprirà il rapporto tra gli 

oggetti 

materiali e le energie che li producono, e sarà iniziato alla conoscenza 

dei segreti delle Forze della Natura.

Invocando quest'Angelo, si può ottenere qualunque cosa. Quest'Angelo 

consente di proiettare con slancio vigoroso e con coraggio i nostri 

pensieri verso il mondo esterno. Nello stesso tempo,

MELAHEL opera una selezione tra i prodotti del nostro intelletto, 

affinché solo i migliori vengano esteriorizzati. Inoltre collettivamente, 

agli altri Cinque Angeli Custodi del Cancro suscita nei suoi Protetti un 

grande amore per la famiglia, per il focolare domestico, per la terra 

natale. Essi amano, non senza una carica voluttuosa, ma con spiccato 

senso della fedeltà. Essi per natura sono dei conservatori, amanti della 

stabilità e del risparmio.

Elemento: Acqua

Erbe: ninfa

Colore personale: giallo/verde

Pietra: Caledonia

Numero: 23

Lettere: Mem-Lamed-He-Aleph-Lamed

Ghematria: + 30 + 40 + 5 + 1 = 30 106

Principe: Tsaphkiel

Esercita il dominio su: Irlanda.

Il nome del Dio: Dieh.

GENIO: Chumis, sotto l’influenza della Luna.

Elemento: Acqua

Arcano fare Tarocchi: Quattro di Coppe

Kabbalah: Binah - Hod

Arco: 21-25 Gradi Cancro

Orario: dalle 7h21 alle 7h40

Salmo: versetto 8 Salmo 120: (Dominus custódiat introilum Luum, 

l'exitum Tuum: er ex nunc hoc, et in saeculum).

giovedì 29 giugno 2017

IO CI SARO'


IO CI SARO'

E' quello che vedrò... Quando? Non molto lontano è il tempo del rinnovo seguito dalla fine. Ormai i tempi sono quasi maturi e le persone non se ne sono ancora accorte, per strada girano zombi telecomandati, in tv immagini da inorridire e ti viene spontaneo pensare che si tratti di un incubo oppure di finzioni. I tempi dovranno cambiare, per colpa nostra, per grazia della natura che si ribella, per la mancanza di armonia spirituale, per la fortuna di una rigenerazione della vita terrestre (non umana intendo). Chi rimarrà sarà fortunato oppure sarà in preda alla paura di non riuscire ad andare avanti? Dipenderà da ciò che ha seminato qui, in questi tempi. Paura? No! Io non ho paura solo curiosità, sarò o saremo pronti? In parte si in parte avremo il terrore del futuro sconosciuto... Ma si, ne sono sicuro: vedrò tutto questo.
Io ci sarò
Giampaolo D.

martedì 27 giugno 2017

Invisibili Creature: BARACHIEL



BARACHIEL
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Barachiel (Heb. ברכיאל "Bārki'ēl", 
benedetto da Dio, arabo: براقيل "Burāqīl") 
è uno dei sette arcangeli della tradizione ortodossa orientale.

Nel Terzo Libro di Enoch viene descritto come uno dei principi angelici, con una miriade di circa 496.000 angeli ministeriali che lo attendono. È descritto nella Almadel di Salomone come uno degli angeli principali del primo e del quarto quora. È considerato l'angelo del fulmine.

Nell'iconografia Barachiel è a volte dimostrato di avere una rosa bianca contro il petto, o petali di rosa sparsi sopra il suo vestito, in particolare il mantello. La dispersione dei petali di rosa è stata quella di simboleggiare o rappresentare le dolci benedizioni di Dio che scendono sulle persone. Nel cattolicesimo romano, Barachiel è raffigurato in possesso di un cesto di pane o di un personale, che simboleggia le benedizioni dei figli che Dio offre ai genitori.

Patronato

Le responsabilità di Barachiel sono così diverse come le benedizioni per le quali è chiamato l'arcangelo, Barachiel è anche il capo degli angeli custodi e si racconta che Barachiel può essere pregato per tutti i benefici che l'angelo custode ha intenzione di conferire, se non lo si fa pregando direttamente l'angelo custode, ma come intercessione. 
È considerato un ufficiale santo nella tradizione ortodossa orientale e alcune tradizioni cattoliche popolari, in particolare un patrono della famiglia e della vita coniugale. 
È anche visto come l'angelo assegnato da Dio a guardare i convertiti (anche chiamati "figli adottivi di Dio") per aiutarli nella loro vita.

Barachiel è anche tradizionalmente associato con febbraio e il segno zodiacale dei Pesci. A volte è descritto come sovrano del pianeta Giove e il segno zodiacale Scorpione.

Testi biblici

Il terzo libro di Enoch descrive l'Arcivescovo Barachiel come uno degli angeli che servono grandi e onorati principi angelici in cielo e menziona che Barachiel porta 496.000 altri angeli. È considerato uno dei classici santi che custodiscono il trono di Dio, così come la testa di tutti gli angeli custodi.

domenica 25 giugno 2017

Invisibili Creature: ARIEL



ARIEL

Ariel (in ebraicoאריאל, Ari'el, Arael o Ariael?) è un arcangelo che si può ritrovare principalmente nel misticismo e nella letteratura apocrifa giudaico-cristiana. 
Genericamente presentato come una autorità sulla Terra e sui suoi elementi, Ariel viene anche identificato come l'angelo della cura, dell'ira e della creazione.

Il nome ebraico Ariel significa letteralmente Altare o Leone di DioAriel è stato utilizzato anche nell'antichità per il Demiurgo. Storicamente, l'entità Ariel era spesso rappresentata misticamente come una divinità dalla testa di leone o come un demone con potere sulla Terra, e proprio questo ha dato un fondamento all'associazione tra Ariel e il Demiurgo. C'è la possibilità che il nome stesso provenga dalla controparte zoastriana del Demiurgo, Ahriman (molto simile al predecessore mitrico Arimanius). Secondo l'esoterista tedesco Agrippa di Nettesheim, "Ariel è il nome di un angelo, a volte di un demone, e di una città, chiamata anche Ariopolis, dove questo idolo è venerato."
Ariel è spesso associato al più conosciuto Arcangelo giudaico-cristiano Uriel. Il nome Auriel era comunemente usato per denotarlo. Tuttavia, l'astrologo di corte della regina ElisabettaJohn Dee, chiamò Ariel un "conglomerato di Anael e Uriel."
L'angelo Ariel appartiene al Coro degli Angeli Virtù guidato dall'Arcangelo Raffaele

Secondo le credenze sugli angeli, questo in particolare presiede ai nati tra dall'8 al 12 novembre e dona loro la possibilità di sviluppare equilibrio, creatività, senso della misura, capacità di credere nel sovrannaturale e aiuta nella ricerca innovativa nel campo di scienze ed arte, spesso consentendo di unire queste due discipline con la spiritualità.

Il dono dispensato da Ariel è la SCOPERTA, o la PERCEZIONE.

Questo Angelo dispensatore energie venusiane e solari, chiamato anche "Dio Rivelatore", concede un sottile sentire in grado di intuire, oltre le apparenze, quel che accade veramente, o ciò che è già accaduto. Viene invocato, secondo la Tradizione, per vedere in anticipo il futuro, scoprire i tesori nascosti e rivelare "i segreti della natura" (con particolare riferimento ai meccanismi della vita e della sua riproduzione). Per aiutarci a realizzare i nostri sogni può infatti aprirci le porte di verità segrete, ma anche far trovare tesori nascosti sul piano materiale. Come dice Haziel, infatti, Ariel illumina il canale tramite il quale riceviamo le ricompense materiali e muove in larga misura le cose nell'ambito della vitalità e dell'amore.

mercoledì 21 giugno 2017

Invisibili Creature: MICHELE



MICHELE

Michele (in ebraicoמיכאל?) è tra quelli 
a cui la Bibbia attribuisce espressamente il titolo di arcangelo, come Gabriele e Raffaele
menzionato nel Libro di Tobia.

Arcangelo e Principe delle milizie celesti
Venerato da: Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza: 29 settembre - 8 maggio
Attributi: Ali, spada, Armatura, Diavolo, Bilancia, Globo Crucigero, Scettro
Patrono di: Bielorussia, Germania, Bruxelles, Kiev, Archangelsk, Polizia, Radiologi, Droghieri, Brigata Paracadutisti della "Folgore", diversi comuni italiani.
Nome e angelologia
Il nome Michele deriva dall'espressione Mi-ka-El che significa "chi è come Dio?". L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Michele, comandante delle milizie celesti, dapprima accanto a Lucifero (Satana) nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi.
Nel calendario liturgico cattolico si festeggia come "San Michele Arcangelo" il 29 settembre, con San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo.
Michele nei testi sacri giudaico-cristiani
Michele è citato nella Bibbia ebraica, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele.
Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9, e nell'Apocalisse di Giovanni 12,7-8, Michele è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge. Esso è implicitamente nominato in Giosuè 5:14-15 (Giosué 5) e in Zaccaria 3:2 (Zaccaria 3). Essendo qui chiamato "Angelo Personale del Signore" possiamo ritrovare la sua figura in Genesi 16,7 che rimanda a I Corinzi 10,4 che a sua volta si ricollega a Esodo 3,2 e 23,21 che rimandano ad Isaia 9,5 e 63,9 per poi ritrovarsi in Giudici 2:1 e rivelarsi nel collegamento tra Malachia 3:1 e Marco 1,2 e Salmo 106:20 e Giovanni 1,1
Secondo la liturgia cristiana, Michele è l'angelo che rivelò l'apocalisse a San Giovanni.

Michele nei libri non canonici

Numerosi sono gli scritti apocrifi vetero e neo-testamentari in cui l'arcangelo Michele compare a vario titolo. Per esempio, nell'Apocalisse di Baruc è scritto che detiene le chiavi del Paradiso; nella Vita di Adamo ed Eva si dice che fu lui ad insegnare ad Adamo a coltivare la terra; nell'Apocalisse di Mosè detta ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti; nel Vangelo di Bartolomeo si racconta che fu lui a portare a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo; nella Ascensione di Isaia si racconta che fu lui a rimuovere la pietra dal sepolcro di Gesù; nella Apocalisse della Madre di Dio accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati.
L'angelo Michele nell'ebraismo
Secondo l'esegesi della religione ebraica l'angelo Michele, che è un Serafino, sostiene il popolo d'Israele e rappresenta il Kohen Gadol nelle Regioni eccelse, è infatti legato alla SefirahChesed ed è chiamato "Grande" come il popolo d'Israele.
« ...Samek indica Mikael che sostiene Israele, lo difende e ne attesta la rettitudine. Se non fosse per lui, che parla bene nei nostri confronti, non saremmo più al mondo ma egli dice al Santo, benedetto Egli sia: "Israele professa l'Unità proclamando: "Chi è come Dio?" (mi ka E-l)", come è scritto: Chi è come Te fra gli dei, o Signore (Es 15,11) ... Mikael domina tutti i (gli angeli) principi »
(El'azar da WormsIl segreto dell'Opera della Creazione)
L'angelo Michele rivelò alla matriarca Sarah, sposa di Abramo, la nascita del figlio Isacco; inoltre, ormai superata, parlò ad Abramo nell'episodio della prova del sacrificio di Isacco.
Nell'esegesi ebraica vi sono più opinioni rabbiniche che si chiedono se l'angelo che lottò con Giacobbe sia stato Michele o Samael: secondo il testo di El'azar da Worms, quando Dio chiese all'angelo Serafino Michele, capo degli angeli officianti, del perché l'avesse ferito, rispose che ciò avvenne per il bene di Giacobbe stesso e dei suoi discendenti, il popolo d'Israele. Quando Giacobbe volle trattenerlo ulteriormente quando stava approssimandosi l'alba ed il momento del cantico che gli angeli rivolgono a Dio, l'angelo Michele si mise a "gridare" e "piangere", iniziò il cantico dalla Terra, fatte le benedizioni su Giacobbe e la sua discendenza per sempre. Infine, secondo la Volontà divina, l'angelo Michele chiamò poi l'angelo Raffaele, angelo che custodisce la guarigione, per guarire Giacobbe ma secondo altri venne guarito dal sole che stava sorgendo.
Michele nell'Islam
Il nome di Mīkāʾīl (in araboميخائيل‎), o Mīkīl (in araboﻣﻴﻜﻴﻞ‎), è citato nel Corano alla sura II, versetto 98. È indicato come di pari rango rispetto a Jibrīl (Gabriele). Secondo la tradizione, assieme a quest'ultimo, avrebbe provveduto a istruire il profeta Maometto e, secondo un'altra tradizione, sua caratteristica sarebbe quella di non ridere mai.
Michele secondo i testimoni di Geova
Gesù nella sua esistenza preumana era conosciuto anche come la "Parola di Dio", che i testimoni di Geova interpretano come "il portavoce del Padre" (Giov. 1,1), e che sia anche in effetti conosciuto come Michele, per il suo unico ruolo di arcangelo o "angelo capo" e di comandante contro Satana
Gesù è anche identificato dai testimoni di Geova sulla base di alcuni passi biblici (vedi per es. Daniele (12,1-7) con l'arcangelo Michele capo dell'esercito angelico che combatte contro il Demonio e il suo esercito nell'Apocalisse.
Iconografia cristiana
L'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago.
È il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia), particolare che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana), ma che non ha nessun fondamento nelle scritture cristiane o nella tradizione cristiana precedente, come dimostra M. Asìn Palacios ne L'escatologia islamica nella Divina Commedia.
Sulla base del libro dell'Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio.
L'iconografia bizantina predilige l'immagine dell'arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il loron) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.
Secondo vari studiosi, tra cui lo scrittore scozzese Robert J. Stewart, San Michele e San Giorgio sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui prototipo fu il dio babilonese Marduk. «In epoca ellenistica l'equinozio autunnale, come quello primaverile, era consacrato a Mitra-Sole considerato demiurgo e cosmocrator, signore e animatore del cosmo, la cui funzione era simboleggiata da una sfera che teneva in mano; ma anche mediatore cosmico e dunque, per tanti aspetti, analogo a Hermes-Mercurio. Molte funzioni equinoziali e mediatrici di Mitra-Sole-Hermes vennero ereditate da san Michele la cui festa cade in Occidente nel periodo subito successivo all'equinozio…»
San Michele nella liturgia cattolica
Nella messa tridentina San Michele è ricordato espressamente più volte. Innanzitutto è menzionato nel confiteor primo fra i santi dopo la Vergine Maria. Lo si ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell'altare dell'incenso». Secondo il celebre liturgista Prosper Guéranger San Michele potrebbe essere citato erroneamente al posto dell'arcangelo Gabriele, che viene menzionato dal Vangelo di Luca 1,19.
Papa Leone XIII ordinò infine di recitare la preghiera a San Michele in ginocchio davanti all'altare al termine di tutte le messe, escluse quelle solenni. Lo stesso pontefice stabilì un rito esorcistico (chiamato Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos) in cui, nella prima parte, viene invocato come "principe gloriosissimo delle milizie celesti", come "custode e patrono della santa Chiesa", San Michele Arcangelo, affinché venga in difesa dei cristiani contro il demonio. La preghiera fu abolita dalla liturgia dal Concilio Vaticano II.
Venerazione e tradizioni popolari
Il culto dell'arcangelo Michele (impropriamente ma tradizionalmente equiparato ad un santo) è di origine orientale.
L'imperatore Costantino I, a partire dal 313, gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. La prima basilica dedicata all'arcangelo in Occidente è quella che sorgeva su di un'altura al VII miglio della Via Salaria, ritrovata dalla Soprintendenza archeologica di Roma nel 1996[9]; il giorno della sua dedica, officiata con ogni probabilità da un papa prima del 450, ovvero il 29 settembre, è rimasto fino ad oggi quello in cui tutto il mondo cattolico festeggia "San Michele". La basilica in Septimo fu meta di pellegrinaggi fino al IX secolo, quando il riferimento geografico della festa del 29 settembre risulta trasferito al santuario garganico e alla chiesa di Castel Sant'Angelo a Roma.
In Oriente San Michele è venerato con il titolo di "archistratega", che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) che compare nella preghiera a San Michele.
Fin dal VII secolo i pastori pugliesi che si recavano in transumanza sulla Majella portarono con loro il culto di San Michele Arcangelo. San Michele Arcangelo è infatti anche il patrono di Arielli (CH), piccolo comune della provincia di Chieti attraversato interamente dal tratturo che da L'Aquila porta in Puglia e la sua festa viene celebrata il 29 settembre con grande partecipazione di popolo. A Lettomanoppello a circa 750 ms.l.m. c'è un'ampia grotta in cui è collocata una statua in pietra del santo particolarmente venerata nei secoli passati da tutti i lettesi (abitanti di Lettomanoppello) che, ogni anno, l'8 di maggio si recavano in processione dal paese fino alla grotta per celebrarvi messa. Pietro da Morrone, poi papa Celestino V, ai piedi della grotta costruì una piccola cappella. Attualmente nella grotta è collocata una copia della statua in quanto quella originale, poiché di notevole valore storico-artistico (nonché economico) dopo un tentativo di furto è custodita presso il Museo delle genti d'Abruzzo a Pescara.Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche in seguito all'apparizione dell'arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l'arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maioranovescovo di Siponto l'8 maggio 490 e, indicatagli una grotta sul Gargano, lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt'oggi il santuario di San Michele Arcangelo - Celeste Basilica - (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant'Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un percorso di purificazione lungo la Via Francigena.
Nella vita di papa Gregorio I, riportata dalla Leggenda aurea, si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione con il canto delle litanie istituite dal papa intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant'Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state ascoltate e che la terribile epidemia sarebbe cessata. Per commemorare l'episodio sul monumento fu eretta una statua raffigurante l'arcangelo.
Altro luogo di venerazione dell'Arcangelo Michele è l'isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l'arcangelo Michele apparve nel 709 a sant'Uberto, vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant'Uberto con il foro è conservato nella Chiesa di Saint-Gervais. Più a sud, a Le Puy-en-Velay, nell'Alvernia, è dedicata a San Michele una cappella, sita sulla punta di un antico vulcano e meta di pellegrinaggi.Molto caro ai russi assieme all'arcangelo Gabriele e oggetto di diverse icone. Un monastero del XII secolo a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome all'intera città di Arcangelo, nel nord della Russia.

Il culto fu caro anche a san Colombano ed ai monaci colombaniani di Bobbio, lo stesso santo monaco missionario irlandese fondò numerose chiese dedicati al santo nella sua opera evangelizzatrice in Europa ed eresse nel 615 l'eremo di San Michele di Coli poco distante da Bobbio e dalla sua abbazia.Il culto di San Michele fu assai caro ai Longobardi, e in Italia l'arcangelo Michele è patrono di molti paesi e alcune città. Sul monte Pirchiriano, nel territorio di Sant'Ambrogio di Torino, i Longobardi costruirono una piccola edicola dedicata all'Arcangelo Michele, che successivamente, nell'anno 986, divenne abbazia denominata sacra di San Michele.
Giovanna d'Arco identificò nell'Arcangelo Michele una delle Voci che la ispirarono e la prima che le si presentò.
Papa Francesco il 5 luglio 2013, in occasione dell'inaugurazione di una statua di San Michele Arcangelo nei Giardini Vaticani, ha consacrato lo Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo, principale difensore della fede.
Proverbi e detti
  • Fare San Michele: traslocare spesso per costrizione; prima della riforma dei patti agrari i traslochi si eseguivano il 29 di settembre giorno dedicato al santo. Figuratamente l'atto di mettersi le dita nelle narici che ricorda appunto l'azione di staccare i quadri in vista di un trasloco.
  • San Michele ribaltato: detto in uso nell'appennino tosco-emiliano, dicesi di una situazione non chiara, disordinata, confusa, destinata a non giungere allo scopo prefissato il che a ricordare un carro ribaltatosi durante un ipotetico trasloco di una famiglia contadina dove si rovesciano mescolandosi in maniera caotica mobili, suppellettili, piatti rotti, derrate alimentari e tutto quello che vi si trovava sopra.
  • Pendere come la bilancia di San Michele: detto a persona che non segue la retta via (sia esso un figlio, un coniuge, un amico).