lunedì 27 marzo 2017

UNA STORIA AL CONTRARIO 3°


UNA STORIA AL CONTRARIO 3°

Ricordo che avevo appena compiuto 57 anni quando in tutto il mondo si stavano verificando guerre e cataclismi, ma sembrava che fossimo finiti in un sogno o film strano fino a quel giorno.
Era il 23 settembre 2018 quando da un paese dell'estremo oriente partì una testata nucleare della massima potenza, diretta verso Los Angeles, per un cattivo destino non arrivò più lontano, cadde nel Fujiama in Giappone. 
L'orrore che avevamo visto era indescrivibile, ma ormai il meccanismo si era messo in atto, il Giappone era sprofondato per metà nel mare ed uno tsunami di dimensioni enormi, aveva devastato tutto dalla Cina fino all'Indonesia e le Isole Filippine sparirono nei flutti.
Inoltre terremoti si scatenarono in ogni angolo della terra devastando tutto, la controparte lanciò dei missili verso l'estremo oriente ma altre nazioni non colpite si mossero contro questi, provocando due catastrofi inimmaginabili.
Era stato spaventoso, noi ci trovavamo in Canada in una zona se si può definire così, protetta, dove partecipavamo ad un meeting importante, tra le montagne non lontano dai palazzi del governo.
Dei bunker erano stati la nostra salvezza, all'interno a molti metri sotto terra, seguivamo inorriditi tutte le vicende dai telegiornali che potevano ancora trasmettere, poi quando trasmisero le immagini dall'alto della nostra Italia anche lei ormai ridotta a poche cime di montagne, avevamo capito che la fine della nostra civiltà era arrivata.
Aiutati dai superstiti del governo canadese, eravamo riusciti in un paio di anni a sopravvivere, poi si decise di uscire all'aperto.
La zona dove ci trovavamo era salva anche se il cielo aveva un colore indescrivibile e perennemente grigio ed il freddo ci attanagliava.
Dalla fioca luce nel cielo che penetrava da quel grigio, avevamo capito che il sole non era al suo posto come sempre, la tragedia fece si che l'asse terrestre si era spostato di decine di gradi.
Alcuni computer, tramite satelliti nell'atmosfera, ci misero in contatto con altri superstiti, e con le settimane successive, tutti noi avevamo già intuito le zone terrestri salvate.
Piattaforme come la zona orientale russa, l'Africa centro meridionale, parte del Brasile, il Canada e salirono dagli abissi altre due terre, una vicino all'Australia che si unì a metà Antartide non sprofondata nell'oceano. Ventisei furono i gradi di spostamento dell'asse terrestre ed il Canada era diventato un Paese tropicale.
Fu fortuna o destino che poche nazioni generalmente pacifiche, con i loro governi, eserciti e reparti medici importanti nel corso di cinque anni, insieme a noi, ristabilirono un ordine nuovo su quasi tutta la terra, incredibilmente unito e collaborativo.
Dopo otto anni dalla fine della catastrofe eravamo pronti a ricominciare, ma ci vollero altri otto per ripristinare totalmente ciò che era rimasto in piedi e ciò che era stato ricreato, eravamo stati impegnati nella continua ricostruzione ed al mio settantatreesimo compleanno, tutto era in ordine o quasi.
Tutti con il proprio ruolo e compiti, la terra si era ridotta di cinque miliardi di persone e le nuove terre erano state ridefinite e rinominate ma non c'erano più confini per fortuna e neanche il problema della fame anche se resistevano ancora molte malattie, ma la popolazione mondiale sembrava rinata dopo un incubo durato quasi venti anni.
Dalle mie finestre vedo un cielo azzurro, un sole che il suo corso non è più come un tempo, da est verso ovest ma al contrario, eppure si sta così bene.
La mia storia al contrario così incredibilmente vera, la storia che continuerà il suo corso all'indietro verso la mia gioventù.

Giampaolo D.






martedì 14 marzo 2017

UNA STORIA AL CONTRARIO 2°


UNA STORIA AL CONTRARIO 2°

Io ed il mio amore avevamo ormai sessantacinque anni quando la catastrofe finì e cambiò il mondo. Terre sprofondate nel mare, altre riemerse, mari dove c'erano pianure e al contrario. Climi cambiati e così la geopolitica e le leggi.
Fortunatamente ci siamo salvati per caso, eravamo in montagna in un paese all'estero, una delle piattaforme che rimasero in piedi nonostante subirono danni ingenti.
Tutto andò distrutto sulla terra ed almeno tre quarti della popolazione mondiali sparì tra onde, fuoco, malattie, crolli e ferite. Molte furono le città distrutte e quasi tutte le maggiori nel mondo.
Non sto a spiegare come ci eravamo salvati insieme ad altre persone in quel luogo. Poi quando le cose si erano assestate, solo che alcuni eserciti e governi rimasti in piedi e per fortuna, molto pacifici e corretti, sono riusciti nel giro di cinque anni a ricominciare di nuovo, la tecnologia non era tutta distrutta ed aiutò molto con contatti e riunioni.
Nel corso dei mesi, dopo che si erano ripristinati contatti aerei e navali, furono fatti censimenti e rilevazioni e dopo altri tre anni, quasi tutto il mondo fu rimesso sulle cartine geografiche com'era diventato e la popolazione mondiale finalmente poteva appartenere ad una fazione, un nuovo stato e questa volta senza religioni o politica estreme... Era diventato tutto una specie di piccolo paradiso.
Quanto tutto ricominciò avevamo settantatré anni entrambi e qualche acciacco, la fazione dove eravamo stati assegnati assegnati era una zona costiera dal clima salubre chiamata AzureBay16 grande quando una città di circa centomila abitanti.
Io ero diventato negli anni precedenti uno scrittore abbastanza quotato e la mia metà aveva militato in politica, così eravamo diventati: sindaco della nuova città il mio amore, mentre io divenni rettore dell'istituto scolastico che comprendeva ogni tipo di scuola dall'asilo all'università, situata sulle colline dietro il mare, immersa nella vegetazione dai colori incredibili.
come riesce la natura a sopravvivere e migliorarsi sempre di più quando l'uomo non la distrugge.
Alla fine come abitazione, ci avevano assegnato una stupenda casa in cima ad un piccolo promontorio nella zona est, una casa moderna anti sismica, molto luminosa le cui vetrate davano sulla distesa del mare dove tramonti ed albe segnavano i giorni che un tempo non si vedevano essendoci state le colline.
La mia metà era disperata avendo perso tutti i suoi oggetti di valore appartenenti alla sua famiglia, mentre io avevo salvato solo i miei libri.
Non saprei neanche dire quali erano stati i luoghi dove ora vivevamo, tutto era stato tramutato e così pure l'asse terrestre si era spostato di ventisei gradi ed ora dal cielo osservo stelle che prima non vedevo e la vegetazione così intensa e il clima secco, mi aveva fatto pensare fin dall'inizio, che ci trovavamo in una zona ora tropicale.
Con il tempo e con una grande inoltre non lasciavamo molto alle spalle, l'essere umano era diventato impossibile e tra lotte politiche e guerre, uccisioni ed ingiustizie, alla fine non ci mancava più quel passato terribile, l'unico rimpianto erano stati i nostri due figli adottivi di cui non avevamo avuto più notizie...
Il destino di tutti era stato segnato da quel 23 settembre 2026 alle ore cinque e trenta di un mattino soleggiato.
Dopo tutto questo, la vita era diventata dolce e serena e forse meno complicata, le persone più attente ed educate, incominciarono a gironzolare per la città molti bambini facendo capire che le nascite avevano ripreso il suo corso e l'uomo forse aveva imparato molto da ciò che era successo anni prima.
Con gli anni, la terra si stava ripopolando lentamente, nuove tecniche di medicina, insegnamento e spiritualità presero forma facendo migliorare ogni sistema di vita e così anche i nostri malanni ebbero aiuto maggiore.
Ma raggiunti i miei ottantantré anni, anche la mia dolce età si sera spenta nel sonno in un mattino di  primavera lasciandomi solo e disperato. 
Ero rimasto solo ma sempre circondato da persone che mi volevano bene: la mia infermiera, la mia fedele domestica, il mio giovane e simpatico dottore con la sua famiglia... I miei libri che scrissi anni prima e gli amici della cittadina.
Avevo passato un'estate dolorosa nel cuore guardando splendidi tramonti sul mare ed in ogni istante nel cielo vedevo il suo volto, ero sicuro, grazie alle mie attitudini esoteriche e paranormali donatomi dalla nascita, che l'avrei raggiunta presto, avevo sorriso ai voli di gabbiani nel cielo chiudendo gli occhi, sognando il nostro passato pieno di amore.
Ed eccomi qui ancora a raccontare la mia storia al contrario per la seconda volta, presto narrerò ciò che accadde in quei giorni tremendi che cambiarono il mondo, dove tutto era stato distrutto forse per ricominciare la vita in una nuova terra diversa da come era stata prima, per millenni.

Giampaolo D.


lunedì 6 marzo 2017

UNA STORIA AL CONTRARIO. 1°




UNA STORIA AL CONTRARIO. 1°

Il profumo di salsedine e l'aria fresca di primavera colpiscono il mio volto, davanti a me scorgo quel mare blu al tramonto, così intenso, così grande, così meraviglioso da farmi commuovere. 
Lo stridio dei gabbiani sulla testa e la risacca delle piccole onde bianche sulla rena fanno da cornice ad alcune barche di legno colorate appoggiate sulla sabbia.
Il sole che scende piano all'orizzonte allunga le ombre di tutto ciò che si trova davanti a me, compresa la panchina su cui sono seduto appoggiato al mio bastone della vecchiaia.
Qualche voce lontana, le prime luci alle finestre delle case moderne di quella nuova cittadina costruita dopo la catastrofe planetaria di qualche anno fa, in questo posto miracolosamente rimasto in piedi, mentre alcune pianure e montagne sono franate in quella distesa di acqua.
L'infermiera che mi fa visita ogni tanto per delle piccole cure per il mio malandato cuore, disse un giorno mentre era con me sul terrazzo di casa:
"Com'è cambiato tutto da quando è successa quella cosa..." Liza ha un viso rotondo, giovane e lentigginoso, i capelli scuri ricci un po' arruffati dal vento gli occhi di un grigio verde chiari ed un sorriso sempre un poco preoccupato. La guardai di sottecchi rispondendole.
"Si, e si ricorda che qui sotto il terrazzo dove c'è la strada. esisteva una pianura stupenda ed ora c'è il mare, e la in fondo... " continuai indicando delle lontane montagne sulla nostra destra "E là in fondo c'erano cittadine bellissime adagiate sulle spiagge ed ora ci sono solo montagne."
Lei mi guardò negli occhi leggermente commossi e poi volse lo sguardo sul mare, dicendo sottovoce "E si ricorda quanti morti ci sono stati? Troppi... anche tra i nostri cari." 
Già, quanto era cambiato il mondo dopo quello che era successo, per colpa dell'uomo, per colpa della natura, milioni di persone scomparse tra onde, frane, terremoti, guerre poi malattie, ma come sempre tutto ritornò a vivere anche se occorsero molti anni prima di ricostruire quasi tutto. 
La vita e gli uomini rimasti, incominciarono una nuova era che, per ora, sembra diversa e migliore da quella precedente, quella della mia giovinezza. Io e la persona che stava con me fino a pochi mesi fa e che era volata via in cielo in pochi minuti (sperando presto di raggiungerla) ci eravamo salvati, perché ci trovavamo in viaggio in un Paese lontano, Quella terra su una delle cinque piattaforme del mondo rimaste quasi illese dalle catastrofi. Ci eravamo chiesti il perché ma l'unica risposta era stata... Destino.
Chi sono io?
Il nome non ha importanza, avrei potuto cambiarlo ai tempi del disastro ma allora decisi di tenere il mio, quello della nascita, chi mai avrebbe controllato dopo la catastrofe? Nessuno.
Ho ottantatrè anni, occhi blu, ancora con i capelli ormai bianchi come la neve. Passo incerto aiutato da un bastone, dipingo e scrivo ancora, sono stato commesso, impiegato, studioso d'arte. Leggevo molto e viaggiavo per il mondo alla ricerca della bellezza e della storia, possedevo una famiglia difficile alle spalle, un'esistenza travagliata ed un amore durato quasi cinquant'anni.
Ed ora sono qui, in questo posto di mare, caldo e secco che un tempo era tutt'altro, vivo in un bell'appartamento luminoso con una domestica tutto fare, un'infermiera giornaliera, un dottore che ogni volta che viene a farmi visita scuote la testa perché non seguo le regole.
Ogni tanto qualche vecchio come me diventato mio amico passiamo le nostre giornate al mare o in giro in auto con qualche suo nipote scoprendo qualche nuova costruzione, insomma una vita assatanata degna di vecchietti come noi.
Ma forse sto raccontando troppo per questa prima volta, infatti questa è una storia a ritroso, che parte dalle vecchiaia e finirà sicuramente quando venni alla luce decenni prima, chissà...
Ma ora il sole è quasi tramontato e mi aspettano a casa per cena, a presto allora. Vi lascio per ora, con la mia storia al contrario.

Giampaolo D.


giovedì 2 marzo 2017

LO SGUARDO VERSO IL TRAMONTO



LO SGUARDO VERSO IL TRAMONTO


Fine estate.
Era l'ultimo giorno in Olanda, ormai da poco ero diventato nuovamente single.
Dopo la separazione, avevamo lasciato per sempre la casa vicino al mare, dove vide giorni felici insieme per molti mesi, dove visse con noi tutte le sfumature del tempo e del nostro amore.
Ospite a casa di Erik, in quell'ultimo giorno avevo deciso di prendere la sua bicicletta, uno zainetto con dentro qualcosa da mangiare e da bere, una piccola coperta e via di corsa per quelle stradine di campagna olandese circondate da erba verde e fiori colorati.
Presi una sterrata sulla sinistra che costeggiava un canale blu solcato da chiatte piccole e qualche boat house isolata.
Il vento tiepido sul viso mi faceva stare bene nonostante il dolore del prossimo addio a questo posto incantevole, sfrecciavo accanto all'erba alta ed ai fiori, mentre qualcuno con la mano salutava simpaticamente dalle chiatte al mio passaggio.
Mi accorsi di cantare ad alta voce, poi superata una curva dove un piccolo boschetto copriva la visuale, mi sono ritrovato davanti ad uno spettacolo lasciandomi per un istante a bocca aperta.
Il canale era diventato più largo e sulla sua riva sinistra cinque mulini a vento in legno, colorati di rosso fuoco si stagliavano nel cielo rosato del dopo mezzogiorno.
Avevo appoggiato poi la bicicletta ad una pianta, stesi la coperta e gustai il mio pranzo davanti a quell'immagine meravigliosa.
Il tempo passava, il vento faceva suonare le foglie sopra la mia testa appoggiata al tronco dell'albero e la mente vagava nei ricordi.
Aironi nel cielo migravano verso sud, nuvole arancioni all'orizzonte sul sole basso, ormai segnavano il tramonto vicino così come l'autunno tra pochi giorni, non avrei mai voluto alzarmi da quel posto ma lo feci e tornai indietro fino alla casa di Erik.
Era il mio ultimo sguardo sul tramonto olandese che aveva visto per mesi una storia d'amore ormai finita, un viaggio a due che, nonostante tutto, aveva lasciato cose importanti nel cuore.
Più tardi dalla finestra della camera dove dormivo, le bianche e fredde stelle del nord stagliate nel blu della notte, mi sembravano solo freddi diamanti senza calore, quel caldo e bellissimo tramonto era rimasto solo nella mia mente e nel mio cuore.
L'indomani un aereo mi avrebbe riportato per sempre in Italia.
Disteso sul letto avevo guardato le mie borse da viaggio appoggiate vicino all'armadio e poi di nuovo il cielo scuro dalla finestra, ricordai di aver spento la luce addormentandomi quasi subito.
Eppure quel tramonto era rimasto nei miei sogni, il mio ultimo sguardo verso una bellezza che mai più dimenticherò.

Giampaolo DS

mercoledì 1 marzo 2017

Tratto dal mio libro: GREEN HILLS LE MIE VERDI COLLINE. Eleanor, Isabel e Daphne



TRATTO DAL MIO LIBRO

"GREEN HILLS LE MIE VERDI COLLINE"

Tre delle donne magnifiche
del mio racconto 

ELEANOR - ISABEL - DAPHNE


ELEANOR.

Jerome s'innamorò di lei fin dal primo momento, da quando la vide con le lacrime agli occhi a quella festa piena di gente importante. Il dolce sorriso di quella fanciulla sconosciuta gli entrò nel cuore e capì che lei, sarebbe stata la donna della sua vita. Eleanor, sua moglie, il suo amore che gli diede tre figli e la sua passione, un amore che curerà in eterno nel cuore di Jerome, il giovane uomo dai sentimenti profondi e dall'animo puro.

Eleanor, bellissima, bionda dagli occhi verde chiaro come il mare, una figura alta, esile e sensuale, i capelli biondi lunghi fino alla vita e quella bocca stupenda da baciare. 

Eleanor madre, amante, compagna, forte, dolce, tenera, decisa.. La sua donna per sempre, solo uomini come lui sanno amare veramente e lei lo aveva capito e seguito per tutta la sua vita.
Jerome Kentkolwyn aveva incontrato la sua fortuna in amore.




ISABEL


Isabel, fanciulla amata e promessa come futura sposa al giovane Chester Kentkolwyn.
Giovane, nobile, bellissima, colta, molto simile alla madre del suo fidanzato, una ragazza dai modi gentili, raffinati
I suoi capelli rossi lunghi fino ai fianchi ed un volto da bambina incorniciato da grandi occhi verdi e da una bocca dalle labbra rosate, avevano fatto impazzire d'amore il giovane Kentkolwyn fin dal loro primo incontro.
Un amore romantico che innocentemente, segnerà un odio profondo nel cuore di chi non sa il significato di quel sentimento.
Ma Isabel e Chester, sono talmente uniti che nessun odio potrà mai ostacolarli, eppure... Una terribile tempesta si stava avvicinando, in quella stupenda estate calda.



DAPHNE  

Daphne Molliyghan la madre di Peter, la governante, la mamma di tutti a Green Hills. La donna alta, imponente, dagli occhi azzurri e vivaci, quella che asciugava il pianto, sgridava, proteggeva, quella che fin dall'inizio conosceva ogni segreto. Da sempre a Green Hills, la sua fedeltà e devozione a quella famiglia, la sua famiglia.