giovedì 13 ottobre 2016

UN VOLTO, UNA STORIA SCONOSCIUTA


UN VOLTO, UNA STORIA SCONOSCIUTA


UNA DONNA


UNA DONNA SOLA


UNA DONNA SOLA NELLA VIA

UN VOLTO,
UNA STORIA  SCONOSCIUTA

   Ti ho vista, ho visto la tua figura piccola e malandata in un freddo mattino di ottobre, dove il grigio incorniciava il paesaggio di una città semi deserta.
   Ho visto il tuo volto, triste, pensieroso, con le rughe di chi ha passato tanti anni cercando di vivere una vita.
   Ti ho vista con i vestiti rovinati e sporchi dal tempo, camminare in modo sgraziato trascinando i piedi ed una valigia con le ruote, logora, spellata, di un colore verdastro sbiadito e con qualche sacchetto di plastica, pieni di chissà cosa, legati al manico.
   Ti ho vista e mi si è stretto il cuore, una piccola donna solitaria, una senza tetto, sicuramente italiana, un viso scuro con due occhi grigi e i capelli bianchi, i cui ricci erano puntati sulla nuca da mollettoni colorati, come un buffo clown che non aveva battute per far ridere qualcuno.
   Non so quale sia stata la tua vita: forse eri una principessa fuggita da un re odioso e cattivo finendo in mano a qualche cacciatore senza cuore.
   Forse eri una famosa cantante d'opera che aveva speso tutti i suoi averi per vanità ed esibizionismo, finendo miseramente nel dimenticatoio con l'età.
   Oppure probabilmente eri una ricca ereditiera incontentabile, giravi il mondo in cerca di un improbabile viveur che ti togliesse dalle etichette di una società noiosa ed antipatica.
   Forse eri una donna in carriera che aveva sacrificato l'amore ed una vita privata per raggiungere il successo finanziario e lavorativo, caduta poi all'arrivo della giovane ambiziosa di turno ed il tuo orgoglio ferito, ha fatto si che tu diventassi sempre più chiusa finendo in chissà quale baratro infelice.
    Invece potresti essere solo una donna semplice e normale che ha avuto una vita difficile, prima nella tua famiglia di origine, povera e con molti fratelli da sfamare, poi vittima di un marito egoista e di nuovo l'annullarsi per tenere in piedi una tua famiglia dalle fondamenta fragili.
   Magari con figli egoisti che nel tempo si sono dimenticati di te e ti hanno lasciata sola, cosicché la tua mente piano piano si è annebbiata, finendo in un mondo fantastico dove solo tu sogni, dove solo tu riesci a vivere una vita fantastica e piena di gioia, dove nessuno potrà mai farti soffrire.
    Eppure quando ti ho vista, i tuoi occhi erano tristi, il tuo sguardo era lucido, avevi abbassato la testa e piano sei andata lontano per la tua strada col capo chino trascinando le tue poche e logore cose.
   Il freddo di ottobre probabilmente sarà penetrato nelle tue ossa attraverso quei vestiti ormai consumati dal tempo, come è penetrato nel mio cuore nel vederti così.
   Ti ho vista e non so chi tu sia, povera figura dolce e malinconica, ti ho seguita con lo sguardo fino al punto in cui sei sparita.
   Vorrei solo immaginare di essermi sbagliato, vorrei che invece tu fossi solamente una persona trascurata e solitaria ma con una sua casa ed una storia forse banale, ma una donna con una vita, magari sconosciuta, ma una vita alle spalle.
   Ti ho vista e non sono riuscito a pensare ad altro in quel mattino freddo di ottobre, mentre la mia mente fantasticava sulle tue varie vite avventurose, il mio cuore era triste e malinconico e ricordava di un'altra vita già conosciuta tempo fa.
    Spero solo che... No, non è la frase giusta, non ci sono altre parole da aggiungere e sarebbero troppo banali, non basta incontrare volto ed una vita sconosciuta e sperare chissà cosa.
   Lei andrà per la sua strada, con la vita che si è scelta oppure è stata in qualche modo obbligata a viverla, nessuno potrà fare nulla.

GpDS

(foto e testo Giampaolo Daccò)

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