venerdì 1 luglio 2016

UN SOGNO MOLTO REALE



UN SOGNO MOLTO REALE

Sentivo le onde biancastre spumeggiare vicino a me, infrangendosi leggermente sulla spiaggia dorata. L'ombra delle palme, un vento caldo e gli occhi chiusi per assaporare il profumo salmastro dell'Oceano, mi facevano stare bene. 
Era come fossi in paradiso, sentivo il sole meno caldo per l'ora tarda del pomeriggio, una vacanza in un certo senso sudata e meritata dopo un anno di lavoro pesante e difficoltoso.
Ero lì da pochi giorni e ne avrei passati altri venti, tra spiaggia, oceano, escursioni.. Incominciavo a sentire l'energia entrare in me.
L'Hotel era stupendo, incastonato in quel posto tropicale magnifico e pensando all'autunno europeo appena arrivato, mi sentivo un privilegiato, anche perché aldilà del personale del posto non conoscevo ancora nessuno.
"E da tanto che sta pensando al paradiso?" una voce gradevole ed ironicamente simpatica mi aveva scosso da quel tepore sognante, aprendo gli occhi mi trovai in piedi davanti all'amaca su cui ero sdraiato, una magnifica creatura.
Capelli neri, ricci e bagnati che scendevano fin sotto le spalle, occhi scurissimi dalle ciglia lunghe, bocca leggermente imbronciata che incorniciava un sorriso bianco perfetto e subito il cuore incominciava a battermi forte.
Aveva sorriso davanti al mi stupore, balbettai qualcosa come "Si... certo... Qui è tutto un paradiso...".
"Hai gli occhi color del cielo e i capelli color del grano..." incominciavo a pensare di essere preso in giro "Non ti sto prendendo in giro!" mi aveva detto smettendo di sorridere.
"Che fa mi legge nel pensiero?" avevo pensato.
"E non leggo nel pensiero..." eravamo scoppiati a ridere, avevo tolto la fascetta che legava i miei lunghi capelli che scesero fino alle spalle.
"Sembriamo Yin e Jang, sai di che parlo vero?", avevo annuito.
Non so come accadde, ma ci siamo poi ritrovati a passeggiare lungo la spiaggia che incominciava a tingersi di rosso per il tramonto, parlando di cose esoteriche, di noi, delle bellezze del posto.
Avevamo scoperto che alloggiavamo nello stesso albergo, avevamo gli stessi gusti, ed eravamo italiani. Osservavo la diversità fisica dei nostri colori, tant'è che mi misi a ridere tra me, pensando a dei biscotti famosi per essere uno chiaro ed uno scuro incollati da un goccio di crema di vaniglia.
Avevamo mangiato in un piccolo locale con indosso solo il costume da bagno, coperto da un pareo, i nostri occhi si fissavano spesso, ma io mi sentivo arrossire, non so perché ma non mi era mai capitata una cosa del genere.
Molto più tardi la luce della luna filtrava tra le finestre della sua camera, guardavo quella creatura completamente nuda abbracciata a me, le ombre disegnavano sul corpo curve ed onde scure e sensuali.
Era stata una notte piena di passione, pensavo che sarebbe durata solo una volta, i suoi capelli neri lungo le spalle sembravano blu nella penombra. 
Muovendosi, aveva aperto gli occhi su di me e subito un leggero bacio aveva colpito la mia bocca, avevo anche notato in quell'istante una cosa che non avevo visto prima, il tatuaggio Ying e Jang sulla sua spalla sinistra.
"Non ci siamo incontrati per caso." aveva detto all'improvviso notando i miei occhi fissi sul tatuaggio "Era destino, me lo sentivo quando ti avevo visto entrare nella hall la prima volta con la valigia blu e lo zaino in spalla. Sembravi un angelo con i capelli lunghi e lo sguardo un po' perso."
"Grazie..." avevo detto così
"E per cosa? Passeremo le vacanze insieme se ti... Ma si che lo sai, fino al giorno della partenza per casa saremo qui, insieme."
Così era stato, che giorni e notti meravigliose, un sogno reale, un premio per un anno durissimo che pensavo di meritare.
Avevo scoperto che eravamo sul volo di ritorno insieme, che meraviglia fino all'ultimo.
Milano Malpensa, venti giorni dopo. Passata la dogana ci eravamo fermati in un bar per mangiare qualcosa, non sapevo se chiedere il  suo numero di telefono.
"Senti..." mi aveva detto all'improvviso, "Non scambiamoci niente, te l'ho letto negli occhi. Ne telefono, ne indirizzo, nulla. So che abiti a Milano ed io a Roma... Se il destino vorrà ci rincontreremo, meglio così..." aavevo risposto con un cenno della testa, sembrava un gioco magico e crudele. Un bacio aveva suggellato il nostro addio, mi veniva da piangere, ero stato troppo bene.
Mi ritrovai a casa dopo due ore pensando a quell'avventura stupenda ed ai suoi occhi così penetranti, ma chi era? Un altro  angelo comparso all'improvviso?
Molti anni dopo ero ad un convegno nella città eterna, centinaia di persone di tutto il mondo ed una noia mortale nel partecipare a tre conferenze che non finivano mai, tra persone di ogni lingua.
Poi il penultimo giorno, un'escursione in Vaticano per visitare gli stupendi musei e mentre stavamo passeggiando tra quelle meraviglie di quadri e statue, rividi la meravigliosa creatura,  non era cambiat amolto, solo i capelli più corti, da perfetto idiota mi ero nascosto dietro ad una colonnina... 
Non so perché lo avevo fatto ma mi sentivo in imbarazzo, non ero più solo e forse rivedendoci sarei rimasto imbarazzato.
Quando non vidi più la sua figura, mi spostai da dov'ero e raggiunsi il mio gruppo.
Dieci minuti dopo, un signore con la divisa da guida si era avvicinato.
"Signor Daccò? Giampaolo Daccò?"
"Si sono io." avevo detto stupito.
"Le devo consegnare questa busta da parte di una persona  che mi ha fermato poco fa." lo ringraziai, avevo tra le mani tremanti la busta, avevo capito di chi era e non appena l'avevo aperta, ecco quelle parole scritte ocme il fuoco sulla pelle:
"Angelo biondo, ti ho ritrovato anche solo per pochi secondi. Avevo capito che non eri da solo, così ho evitato di avvicinarmi. Volevo dirti che sei e lo sarai per sempre, un angelo biondo indimenticabile per me. Sono sicuro che ci rivedremo ancora... E' destino Jang, sono sicuro che il mare sarà il luogo esatto, ma non so quando. Ciao Ying."
Avevo sorriso mettendomi in tasca la busta.
Incredibile, mi chiedo ancora oggi se quel sogno era stato reale...
Una busta messa in una scatola di ricordi lo conferma, è stato reale.
GpDS

5 commenti:

  1. ma è tutto vero?accidenti !!! Ciao Giamp

    RispondiElimina
  2. Maria, è vero... Ho dovuto modificare due cose, altrimenti si riconoscevano alcune cose, ma è capitato. La mia vita a volte è stata toccata da episodi un po' "fiabeschi" e non so il perché. Ciao

    RispondiElimina
  3. Bel racconto Paolo a quando il prossimo libro

    RispondiElimina