mercoledì 13 luglio 2016

L'AQUILONE




L'AQUILONE


E Paolino correva, correva veloce nei prati dietro la casa della nonna, correva col suo aquilone azzurro stagliato nel tramonto di quella sera d'estate.
Non vedeva e ne sentiva gli altri amici dietro di lui, si era allontanato di proposito, voleva vedere quell'astro rosso scendere fino a scomparire all'orizzonte.
E per vederlo meglio doveva salire sulla piccola altura sopra i campi.
Sentiva la voce della nonna che lo incitava a non distaccarsi troppo, il suo aquilone era ben visibile agli altri.
Non c'erano fossi pericolosi e zone con trappole o pantani profondi.
Paolino alzava gli occhi per vedere il suo aquilone volare in alto mentre un venticello tiepido e piacevole proveniva da sud, ogni tanto qualche aereo basso passava sulla sua testa, aerei in procinto di atterrare al vicino aeroporto.
Col fiatone si era fermato vicino al grande albero di sambuco, sentiva il vocìo e le risate degli altri poco più sotto di lui.
Il sole era davanti ma non faceva male agli occhi a guardarlo, l'aquilone scese piano verso di lui finendo dolcemente i suoi piedi.
Non sapeva il perché ma quando lo prese in mano, uno alla volta, sul colorato gioco di carta, i volti di chi lo accompagnava quella sera si impressionarono come per magia sopra quel rombo leggero. Nella sua mente vennero come per incanto, i disegni dei destini di ognuno di loro, dei suoi amici:
Gina, Mariagrazia, Claudio, Gigi, Luciana, Carlo, Ines, Angiolina e la nonna...
Paolino non capiva il perché vedeva con la mente quelle cose, ma non riusciva anche a comprendere come mai il suo viso non c'era in quei pensieri.
Poi l'impulso di riprendere a correre verso gli altri, scese dalla piccola altura verde verso la strada che costeggiava il fiume e dove c'erano gli altri seduti sul prato ed all'improvviso quando il suo aquilone blu prese il volo verso il cielo, vide il suo volto e una città di mare lontana...
Aveva pensato per un istante: "Ecco dove sarà la mia casa!" e subito dopo, il suo visetto di bambino con la casa alle sue spalle, scomparirono al rumore di un altro aereo che passava veloce sopra la sua testa.
Aumentando la sua corsa, vedeva i suoi amici avvicinarsi di più urlando i loro nomi, felice per quella serata.

3 commenti:

  1. Bello..belli i sogni di un bambino....quando si è piccoli si sogna e tutto sembra possibile....niente sembra impossibile...poi?

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  2. Grazie per questa passeggiata fra le righe della tua bella mente . Sto imparando ad amare la lettura e condivido il tuo modo di esprimerti, appunto, "giocando" con le parole..è molto piacevole leggerti….grazie.
    Ciao Paolo.

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  3. Grazie a voi Marco e maria che mi seguite sempre, ho persino il dubbio che siate gli unici ma non importa. E' bello sapere che può piacere ciò che scrivo. Grazie davvero. Giampaolo

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