lunedì 24 agosto 2015

LEI VOLEVA SORRIDERE ED ESSERE FELICE



Quando nacque in quell'estate torrida, lei era l'ultima dei figli di quella famiglia grande, la quarta dopo la morte di un fratellino. 
Non urlava come facevano tutti i neonati, ma sorrideva ogni volta che la si prendeva in braccio, era una bambina buona.
Cresceva con mamma, papà, due sorelle, la nonna e due zii in quella grande casa di campagna.
Poi, a tre anni aveva perso il padre, non ocmprendendo cos'era accaduto lei sorrideva e giocava in casa mentre tutti erano tristi ma i suoi parenti le dicevano di non fare quelle cose. perché facendole era una cosa cattiva.
Poco tempo dopo, fu spedita in collegio tra le montagne per via della guerra, le suore la sgridavano spesso perché cantava e giocava da sola, stava con la testa tra le nuvole persa nei suoi sogni e poi non voleva dire le preghiere, ma era troppo piccola per capire quelle regole, ma per quelle donne vestite di nero era cattiva.
A cinque anni era scomparsa anche la sorella maggiore, capìta la situazione cercava di consolare la mamma con carezze e sorrisi,  ma veniva sgridata dalla zia, non ci si comportava così quando c'era tanto dolore.
Poi la mamma incominciò a lavorare lontano e lei era rimasta a casa con la zia e lo zio, fratelli di mamma, con la nonna e l'altra sorella; per sfuggire alle regole ferree di casa, viveva nel suo mondo di sogni e fantasia, ogni volta che la chiamavano e lei non rispondeva, erano sgridate.
Le dicevano: "Sei solo una bimba troppo sognatrice e sciocca e non sorridere sempre, solo le persone stupide fanno così.", solo l'unica sorella rimasta difendeva la piccola.
Poi erano cresciuti ed invecchiati tutti e così dopo la morte dell'anziana nonna, lei con mamma e sorella andarono a vivere per proprio conto. Fu ancora più felice, finalmente si sentiva libera dal peso di regole ed imposizioni.
A quindici anni presentò il fidanzatino alle amiche, era felice e sorrideva ma una di loro ne diventò l'amante ed in seguito la fidanzata ufficiale, fu un dolore per lei, ma la giovane età le permise poi di superare la delusione.
Poi aveva conosciuto lui durante una festa in paese, quello che la fece innamorare completamente, si sentiva al settimo cielo, finalmente era arrivata la vera gioia e quando il suo amore partì per il servizio militare non eaveva avuto paura e fu sua come pegno di fedeltà.
Si era ritrovata incinta poco tempo dopo e mentre tutti furono disperati per la sua giovane età e lo scandalo creato in quei lontani anni, lei era contenta, avrebbe avuto il suo bambino e si sarebbe sposata con il suo amore.
Lui avuta la notizia, dalla caserma lontana aveva fatto sapere che non avrebbe preso le sue responsabilità e questa volta lei non aveva sorriso più, piangeva chiusa in camera... 
Passarono alcuni mesi e la sua pancia si ingrossava sempre di più, come si ingrossavano le voci maligne, una ragazza madre era cosa indegna in quegli anni.
Poi finito il militare lui, convinto dai suoi genitori, l'aveva sposata ugualmente, per dovere e forse ancora per amore e tutto appariva normale, di nuovo la serenità sembrò tornare in lei.
Nacque il primo bimbo, la felicità... Poi lei si era accorta che il suo marito non amava quel bimbo, non lo accettava, lo sentiva un ostacolo alla sua vita ed ai suoi progetti, lo colpevolizzò inconsciamente di avergli impedito una carriera nello sport, costringendolo a mantenere la famiglia con un lavoro che odiava.
Lei cercava col sorriso e con cura di fargli amare quel piccolo ma presto si era resa conto che fare quel lavoro era un peso ed un'inutile fatica verso il suo uomo.
Aveva rinunciato a lottare e per il suo bimbo aveva tanto amore che bastava per due.
Poi tre anni dopo perse il secondo figlio quando aveva pochi mesi, dopo due anni nacque l'altro, quello che suo marito amava tanto, quello desiderato tanto dall'uomo... Dentro di se provava dolore per quella differenza creata dal marito, ma almeno apparentemente, sembravano una famiglia felice.
Non aveva sorriso più quando di nuovo aveva perso il quarto figlio mentre prestava le cure alla suocera e alla sua mamma entrambe anziane e malate e lì un giorno tramite una lettera trovata per caso in una giacca del marito, aveva scoperto il tradimento del suo uomo. 
C'era un'altra donna tra loro.... Da anni e non se n'era mai accorta.
I suoi sorrisi si fecero più rari e ancor di più quando lui se n'era andato via per sempre dalla loro vita con l'altra. Poi, il tempo aveva medicato ogni ferita, i suoi figli le stettero vicino e lei aveva ritrovato la tranquillità alla rassegnazione.
Era arrivato un nuovo amore, una nuova passione, e nuovamente i suoi sogni ed i dolci sorrisi, per tutti... Ma una “strega cattiva” si era intrufolata tra loro due e come un ragno che tesseva il suo filo appiccicoso attorno, era riuscita ad interrompere quell'amore.
Per la prima volta lei, aveva sentito che nel suo cuore si stava aprendo una crepa, un dolore che non riusciva più a farle tornare l'espressione felice sul volto, ma aveva ancora loro i suoi due amati ragazzi.
Dentro nella sua mente però alcuni pensieri brutti e strani incominciavano a farsi strada e i suoi occhi sembravano ogni tanto, perdere la luce.
Poi come tutte le tempeste che arrivano improvvisamente, una sera aveva dato un bacio e un saluto al suo secondogenito mentre usciva di casa, il quale non tornò mai più...
Una malattia fulminante lo colpì mentre era con la fidanzata ed amici e da quel momento, il ragazzo si spense fino a lasciare tutto, la sua casa, suo fratello, la sua fidanzata, il suo lavoro e lei, sua madre.
Da quel giorno lei era diventata una statua di marmo, non parlava più, non capiva tutto quel dolore buttato addosso, non comprendeva perché il destino si era accanito contro di lei, contro quella che tanto tempo prima, era una bambina felice che sognava e fantasticava di vivere in un bellissimo mondo.
Con il passare del tempo la sua mente incominciava ad darle visioni ed incubi terribili e non capiva perché le sue gesta e le sue parole non andavano bene per gli altri, finché un giorno si era ritrovata in una stanza bianca, con un odore acre di medicine che la circondavano e davanti ai suoi occhi l'unico figlio rimasto e vicino ad lui delle persone vestite di bianco.
Piangeva, piangeva ancora sempre più forte, fino a che poi urlò... 
La sentirono nei reparti vicini ed arrivarono altri dottori.
Molti anni erano passati, lei si trovava là immobile in un letto più comodo, in una stanza rosa con vicino una finestra la cui visuale dava sulla campagna poco distante, dove il sole in estate calava lentamente inondando di luce rossa quel posto, lasciando poi spazio alla sera stellata.
Un giorno aveva visto con la sua mente, entrare nella camera ed avvicinarsi al letto la sua mamma, il suo secondo figlio andati via anni prima che le parlavano e le dicevano tante cose belle, e di colpo si era sentita felice, serena, allegra.
Tutto quello che c'era attorno a lei non esisteva più, la stanza rosa, la finestra sui prati, l'altro figlio, i dottori, le medicine...
Non esisteva più nulla se non il volto dei suoi cari vicino a lei e sul suo finalmente si era aperto quel sorriso che ha sempre voluto avere per tutti e questa volta era solo per lei, per la sua felicità... Per sempre.
Adesso lei è in quel posto magnifico pieno di luci e musica a vivere la sua felicità.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn


martedì 18 agosto 2015

MALINCONIA




MALINCONIA

Mestre-Venezia 1980... Aspettavo seduto sulla panchina del binario n°1 il cui treno, che da Trieste portava a Milano era come al solito in ritardo. Era l'ultimo giorno del militare e guardavo il congedo nella mano destra mentre altri miei commilitoni parlavano fitto e felici di aver lasciato alle spalle un anno di militare a volte difficile, a volte divertente comunque duro. Dal juke box del bar vicino uscirono improvvisamente le note di questa canzone. Le sue parole rispecchiavano i sentimenti che provavo allora... Malinconia, lasciavo Treviso, Lori, François, Patrizio, Daniele, Antonio, Maurizio, Tony, Michele, altri amici e tanti ricordi che sono vivi ancora oggi nel cuore e nella mente... Era finito un capitolo importante per me e questa canzone mi fece piangere per un tratto del viaggio tra lo stupore di alcuni amici... Non avevano capito cosa sentivo dentro e cosa lasciavo, poi incontrai gli occhi di Mario seduto di fronte e lessi tra i suoi pensieri la stessa cosa che sentivo io... Intanto il treno viaggiava veloce sui binari e presto saremmo tornati alla vita di sempre con qualcosa in più ed in meno dentro.