giovedì 25 giugno 2015

LUNA: DIMORA VIII





LUNA DI GIUGNO

Primo quarto 24 giugno 2015 - 13:04:07.

Da 00° a 12° 51' 26" CANCRO

La mezza luna del 24 giugno, si trova nella sua VIII DIMORA CANCRO, chiamata AMATURA o ALAMIATHRA.
La sua influenza è soprattutto favorevole al momento della vita famigliare, un profondo attaccamento alla famiglia ed ai bambini, anche estranei. Ottima posizione per preparare i pentacoli per l'amore e l'amicizia ed anche i viaggi per terra, ma anche per incatenare l'odio e la cattiveria delle persone.
AL NATHRAH - LA GREPPIA degli Arabi, rende alquanto creduloni ma promette la nascita dell'amore o dell'amicizia nel corso dei viaggi.
SING dei Cinesi, questa Dimora, nel Celeste Impero viene interpretata come indice di carità e del bisogno di votarsi o sacrificarsi per le persone amate o per un ideale.
PUSHYA - IL FIORE chiamata così dagli Indiani, è considerata favorevole alla rinomanza e alla popolarità, dona agli esseri umani il dono dell'economia, virtuosità, gradevolezza. E' anche indice di tenacia nello sforzo, della volontà tesa verso le mete prefissate e della difficoltà di arrestare una persona quando si avvia per una strada sbagliata o prende una cattiva direzione.

VITA


VITA

Com'era difficile trovare la strada
Avrei voluto assomigliare a lei
Avrei voluto non essere come lui
Avrei rischiato di odiare o amare me stesso
Invece il destino ha aperto una strada
Una strada dura e difficile
Una strada che mi ha portato lontano 
Lontano da ciò che temevo
Lontano da lei e da lui
Poi il tempo è passato e ho scoperto
La somiglianza di lei e di lui fisicamente
Ma dentro nulla che mi accomuna ad entrambi
La mia vita non è stata uguale alla loro
Il mio percorso è stato unico e diverso
Il destino ha fatto ciò che non mi sarei mai aspettato
Ma che ha creato ciò che sono ora
E che non cambierei nonostante tutto.
Ora guardandomi allo specchio 
Vedo un uomo nuovo ed irriconoscibile
Dal ragazzo di allora
E solo adesso posso dire
E' stata una fortuna
Ora è il tempo di cose nuove
Ed il tempo dell'attesa

(GD)

DONNE





DONNE
Donne della mia vita
Donne di grande carattere
Donne di grande spessore
Donne uniche
Donne amorevoli
Donne indipendenti
Donne speciali
Donne che hanno lottato
Donne che hanno vinto
Donne che hanno perso
Donne che hanno insegnato
Donne che hanno amato
Donne che non amate abbastanza
Donne unite da un destino tragico
Donne che hanno fatto di me un vero "uomo"
Donne che amerò sempre.
(GDS)

martedì 16 giugno 2015

La LUNA NUOVA o LUNA NERA del 16 giugno 2015





16 giugno 2015, 

giorno della Luna Nuova o Luna Nera

Un simbolo molto importante visto che tra poco ci sarà il Solstizio d'Estate che avverrà il giorno 21 alle ore 16,38.

La LUNA NUOVA questo mese si forma negli ultimo gradi dei GEMELLI nella sua VII DIMORA.
Questa dimora denominata in nomi diversi. ADDYVAT - ALDYARAS - ALDRYABE che non sono altro deformazione dall'arabo AL DIRHA. 
E' la dimora dei sapienti la sua influenza si esercita soprattutto sul piano mentale ed intuitivo. 
In magia è consigliata per creare pentacoli destinati a facilitare i commerci, i viaggi per acqua e la probabilità in generale, come operare i sortilegi al fine di ottenee grandi servigi oppure discordie.
Gli Arabi la chiamavano Il Seme o La Branchia e la consideravano favorevole all'amore, alle amicizie, alle guarigioni ed ai successi ma, molto sfavorevole alla Legge e Giustizia.
Gli Indiani la chiamavano PANARVASU (FRATELLI TORNANTI), le si attribuisce carattere amabile e ragionevole, simpatico e accomodante. Contraria però alla vita mondana ed incline ad una vita privata circondati da famiglia e pochi amici intimi.
In cina p il Ramo del Salice, dimora legata al culto degli antenati e favorevole alla vita famigliare e cambiamento dell'esistenza durante la giovinezza.
Nella Kabbala viene chiamata ZIAH, dimora legata alla confidenza e favorevole all'amicizia.
La dimora è legata a Saturno, il pianeta austero.

venerdì 5 giugno 2015

Parigi 5: DAI TETTI DI PARIGI



DAI TETTI DI PARIGI




Paris, un maggio di tanti anni fa.
   Erano passati tre anni che non ritornavo a Parigi, tre anni da quando Louis con la sua famiglia si erano trasferiti in Canada.
   I primi mesi arrivarono le telefonate, poi le lettere e negli ultimi tempi più nulla... Ogni tanto Nadine o Robert mi scrivevano per farmi avere loro notizie e notizie del nostro amico, poi anche loro avevano perso le sue tracce e tra noi piano piano la corrispondenza si fece sempre più rara, fino a scomparire incominciando dalle cartoline di buon Natale.
   Avevo ancora una settimana di ferie da finire, la decisione fu presa improvvisa: partire per Parigi e ritrovare qualcosa del passato, qualcosa che mi facesse star bene, qualcosa che non ho più avuto e che a quel tempo rimpiangevo molto.
   Tre anni prima, dopo il mio ritorno a casa e aver dato addio a Louis, molte cose erano cambiate nella mia famiglia e la spensieratezza, la felicità e tanto altro erano sparite in qualche meandro oscuro tramato del destino...
   Fu allora che mi accorsi nella mia solitudine che mi mancava, mi mancavano quegli anni spensierati e soprattutto quei viaggi e vacanze nella città luminosa, divertente e romantica, mi mancavano quei ragazzi e soprattutto Louis.
   Mi ero svegliato presto il mattino successivo al mio arrivo a Parigi, avevo trovato un bell'albergo nei pressi di Avenue Marceau, volevo il meglio e godermi questi giorni prima di ritornare alla mia vita.
   Dopo essermi preparato per scendere e gustarmi la prima colazione, mi ero affacciato alla finestra: davanti a me la Tour Eiffel si stagliava in tutta la sua bellezza, il cielo era di un azzurro chiaro e i palazzi color avorio dai tetti così particolari incorniciavano quel paesaggio.
  Più tardi ero già tra la folla, guardavo i volti delle persone come se cercassi qualcuno per ritrovare quel passato, osservavo le vetrine, gli alberi che ombreggiavano dal sole caldo di quel maggio luminoso come solo Parigi poteva avere.
   Arrivai fino al Pont de l'Almà, era quasi ora di pranzo, ma mi fermai a metà per guardare la Senna ed i battelli che la solcavano, mi venne in mente quel giorno in cui Louis era disperato e mi confessò la sua prossima partenza per l'America... 
   In quell'attimo mi era assalita una tristezza che quasi ero corso dall'altra parte del ponte, magicamente mi trovai in Rue de l'Universitè davanti ad un bar, avevo sete e fame. Entrai.
   Seduto ad un tavolino stavo gustandomi un leggero pranzo, guardando la folla dalla vetrina di fianco a me, quando una voce alle mie spalle mi aveva fatto trasalire:
"Il est incroyable, je ne peux pas y croire, mais ... Jean Paul!"
Rimasi con il pane a metà tra la bocca ed il piatto, vi voltai di scatto, Didier era davanti a me, in piedi ed allibito.
"Mon Dieu quanto tempo caro amico..." disse, mi alzai e Didier mi abbracciò talmente forte che sentivo quasi le costole incrinarsi. Era un rugbista e ovviamente poco conscio della sua forza.
Era incredibile, un segno del destino... Il primo ricordo del passato che si faceva vivo durante quella vacanza, eravamo strabiliati. Lui era cambiato in tre anni: si era fatto crescere la barbetta biondiccia sul volto, i tratti erano più adulti, i capelli lunghi e ricci incorniciavano quel sorriso ancora da bambino nonostante la mole.
Ci raccontammo per un'ora tutto quello che ci era accaduto nei tre anni passati senza vederci ne scriverci, si era scusato molto ma con la sua squadra viaggiava spesso e gli allenamenti lo occupavano tanto ma mi aveva sempre pensato. Dissi così anche io, tralasciai di metterlo al corrente delle cose spiacevoli capitatemi... Poi mi disse che aveva tutta la giornata disposizione e voleva dedicarmela, così accettai.
Finimmo ormai sera poi a casa sua dove viveva con sua madre, una signora che conobbi anni prima, simpatica di origini fiamminghe e cenammo lì, tra i fiori su un terrazzo piastrellato di azulejos e vasi in coccio.
Dopo cena e prima di riaccompagnarmi in albergo, in camera sua incominciò a raccontarmi di tutti gli altri, seppi della scomparsa in un incidente di Marcel, che dispiacere fu per me saperlo... Seppi anche del trasferimento a Saint-Etienne di Nadine e del matrimonio di Robert, poi silenzio...
Sapeva che volevo parlare di Louis, avevo un brutto presentimento ma i suoi occhi allegri e il sorriso simpatico mi fece tirare un sospiro di sollievo.
"Louis, vive in Australia ora... Suo padre ha avuto un incarico speciale a Perth e si sono trasferiti in quella città più di otto mesi fa, l'avevo incontrato qui poco prima e come al solito non ci siamo scambiati i recapiti... Capisci? Odio gli addii..."
   Lo sapevo ed era per quello che il giorno della mia definitiva partenza tre anni prima, non si fece vedere ma mi mandò i saluti da Robert.
"Mi aveva chiesto di te e non seppi dargli l'indirizzo, perdonami Jean, mi dispiace..."
   "Non fa nulla" gli risposi "L'importante è che stia bene e magari un domani chissà.... Forse ci ritroveremo tutti quanti."
   Il suo volto si era rabbuiato, Didier era troppo sensibile, riviveva ad ogni addio o allontanamento di qualcuno, il trauma dell'abbandono del padre quand'era piccolo. Sentiva il distacco come un rifiuto, non continuai oltre, poi si era alzato improvvisamente e da un cassetto della sua scrivania prese una lettera.
   "Tieni è per te, me l'aveva data Louis l'ultima volta, dicendomi che se ti avessi incontrato un domani... Avrei dovuto dartela, quasi se lo sentiva quel testone. Tieni è tua, la leggerai da solo in camera dell'albergo."
Avevo quella busta in mano, una busta color avorio con scritto in blu "Pour mon ami JP", sentivo le lacrime agli occhi.
  Dopo aver salutato sua madre madame De Claudet, Didier mi riaccompagnò in auto fino all'Hotel.
   "Jean mi dispiace ma domani parto per Lilla, ho gli allenamenti per la fine del campionato e starò via una settimana..."
   Non importa gli dissi e ci abbracciammo forte, mi prese una mano come non volesse lasciarmi andare, lo guardai e negli occhi vidi tutta la sua solitudine.
    "Cerca la tua felicità..." gli dissi scendendo dall'auto.
    "Lo farò te lo prometto, è ora anche per me.Ciao caro amico mio..." fu l'ultima volta che vidi anche lui.
   La Tour Eiffel si stagliava illuminata davanti ai miei occhi, seduto al tavolino sul terrazzino della mia camera, rigiravo la busta che mi aveva lasciato Louis, avevo paura ad aprirla e non ne capivo il perché.
Poi sentii un profumo di fiori dal balcone vicino al mio e l'aprii.
   Lessi quelle parole scritte in cinque pagine, parole fitte, dove mi raccontava tutto... Dove ogni lettera si scolpiva nella mente e nel cuore. quando finii mi accorsi di piangere, appoggiai la testa sul tavolino e mi sfogai...
   La settimana passò in fretta, avevo deciso la mattina dopo, di fare solo il turista e non pensare ad altro, avevo capito che il passato dovevo lasciarlo andare, di rilegarlo in una parte del mio cuore e della mente.
   Quando finita la vacanza, partii per l'italia, dall'aereo vidi la grande città dall'alto, sentii nell'anima che quella era l'ultima volta, sentii che l'avrei rivista dopo tantissimi anni ma non avrei rivisto più le persone che in quegli anni fecero parte della mia vita... 
E così fu
Giampaolo