venerdì 16 gennaio 2015

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista KATIUSCIA





KATIUSCIA, una peste tutta da amare

Non è stato facilissimo poter ottenere la sua intervista ma non perché LEI non sia disponibile o non ne voleva sapere, ma davvero LEI è una donna super impegnata, col suo lavoro, con la sua famiglia e tante altre cose e comunque devo dire grazie a due miei amici (che definisco rompiballe) che sono addirittura amici suoi cioè di LEI, che ho potuto “conoscerla” e anche se per un disguido di lavoro non ci siamo trovati a cena insieme (e lì altro che domande avrei fatto), finalmente LEI mi ha concesso gentilmente il suo tempo disponibile... Come? Volete sapere chi è? Vi darò due indizi fondamentali:
E' STATA UNA PESTE e HA RIVOLUZIONATO DEFINITIVAMENTE il modo di recitare nei fotoromanzi:
CATERINA PIRETTI e cioè la MITICA KATIUSCIA,  una peste tutta da amare.
Anche ora è una donna vivace, simpatica, sempre in movimento e piena di impegni come giustamente dev'essere una persona, in effetti non è cambiata molto, come carattere e anche fisicamente (in persona è decisamente molto  molto carina).
Devo dire che mi sono troppo divertito con le sue storie, era una ribelle, una combina guai e potrei scrivere decine di titoli delle storie interpretate, ma è stata anche drammaticamente bravissima anche nei ruoli drammatici. Un'attrice completa dove molte ragazze si identificavano in lei, ragazze che ne hanno fatto una diva: una bellezza dolce e sbarazzina e non quella classica da diva, il linguaggio moderno e i gesti non statici, ribelle, fanatica e sempre in contrasto con il partner praticamente una manna per le lettrici che trovavano in lei perfettamente loro stesse. Ma passiamo un po' a chiedere curiosità, notizie, insomma chi era, chi è ora Caterina o Katiuscia che dir si voglia.

GP : Che tipo era Katiuscia ed invece Caterina Piretti in quegli anni dell'adolescenza, quali erano le tue esigenze, pregi e difetti. Cosa amavi di più e cosa ti aspettavi dalla tua vita?

Caterina: Quando si è molto giovani, come quando iniziai il lavoro alla Lancio, la cosa che si ama di più è la libertà in tutti i sensi, cosa meravigliosa ma altrettanto pericolosa. In quegli anni non avevo molte aspettative, vivevo alla giornata. Ero molto giovane e perciò non si pensava al futuro, per me ogni giorno era una novità, a 15 anni si hanno le stesse esigenze e sogni delle proprie coetanee.

GP: Col tempo ti sei creata una famiglia, ti sei sposata e hai avuto un figlio. Che tipo di madre sei o pensi di essere? Diciamocelo, per tutti i fans, amare un personaggio noto e sapere che sia una persona come noi con la sua vita normale, famiglia, ed altro, aldilà del lavoro di attrice credo sia molto bello, un po' come se ci si rassicurasse che davvero esistiate. (ricordo che a Marina Coffa, una signora che l'aveva incontrata al super mercato le chiese “Signora, ma anche lei fa la spesa?” come fosse una cosa incredibile) che non viviate in un mondo diverso e più fantastico del nostro.

Caterina: Che dire, il mio ruolo di madre è molto particolare, con Neri-mio figlio, parliamo spesso di ogni argomento e soprattutto di questo: come madre e di quanto io mi sia impegnata a non fargli sentire troppo la mancanza del padre, (Gabriele, purtroppo è morto quando Neri aveva solo tre anni) e immaginate una donna da sola crescere un figlio, è una cosa molto difficile perché devi essere entrambi e la cosa non è facile. Credo proprio di essere una madre attenta e partecipe. Mi metto spesso in discussione e cerco di risolvere i nostri problemi confrontandomi. In definitiva sono felice di avere un figlio come Neri e lui è altrettanto felice di avere una madre come me, possiamo dire di esserci amati ed aiutati a vicenda, sono molto soddisfatta.

GP: Sei arrivata alla Lancio quando avevi circa 15 anni, una bambina si può dire, come consideravi il tuo lavoro alla Lancio, se i tuoi desideri di allora come prima donna erano realizzati ed eri consapevole di tutto ciò.

Caterina: Beh devo dire che non mi sono mai sentita una prima donna, anzi, mi sentivo "calimero" rispetto alle varie dive che lavoravano alla Lancio. Ero casinista e ribelle forse per impormi rispetto alle bellezze che mi circondavano. Ero un po' come il personaggio di Katiuscia, non so spiegare ma le altre attrici mi sembravano al di sopra fisicamente ed invece il mio successo e le lettere delle fans che arrivavano, i consensi e le storie interpretate sempre più belle ed impegnative, confermavano il contrario, cioè che piacevo molto.

GP: Secondo te che cosa hai dato al suo pubblico in tutti quegli anni alla Lancio e come vedevi le lettrici ed i lettori?

Caterina: Giampaolo ti dico solo che per il mio pubblico ho avuto un gran rispetto, addirittura ti confesso che la mia migliore amica è stata Antonella (mia fan accanita). Con lei ho condiviso tutta la mia vita. Oggi purtroppo non c'è più ma il mio amore per lei è unico. A parte Paola mia sorella, con gli altri colleghi avevo rapporti normali, poi distanza di molti anni quando già non ero più la “diva dei fotoromanzi” ho fatto amicizia con altri fans che mi hanno sempre voluto bene, ma i miei preferiti sono Roberto e Davide (che sono pure  i miei amici che definisco rompiballe e che vedo abbastanza spesso, soprattutto Davide e confesso che con loro si parla di Caterina e Paola e dei fotoromanzi Lancio).
GP: Caterina, quali erano i tuoi ruoli preferiti e se c’è qualche storia a cui eri più affezionata?
Caterina: Per me non si trattava di interpretare un ruolo perché gli sceneggiatori “scrivevano il 90%” delle storie su di me, proprio per come ero e credo non facessero molta fatica nel conoscermi, poi la loro fantasia galoppava ovvio. Quando interpretavo storie drammatiche, per assurdo, mi divertivo molto... Dovevo recitare e lì mi scoprivo davvero attrice e anche brava. Uno per tutti... “Come è triste Venezia per me”. Un successo formidabile sia per noi attori che l'interpretammo che per la Lancio, ancora oggi è uno dei fotoromanzi più ricordati, e soprattutto il mio ruolo ben diverso dai soliti, un ruolo impegnativo davvero. Non ero più la solita Katiuscia.
GP: Quali erano i rapporti con i suoi colleghi Lancio, attori e staff e soprattutto con tua sorella Paola grande mito con Michela e Claudia? E se puoi raccontare qualche aneddoto divertente che ti sono capitati con alcuni di loro.
Caterina: (Sorride) Paola ed io da un anno siamo tornate a vivere insieme. Che dire??? Magnifico! Una sorella così chi non la vorrebbe? Non voglio parlare dei rapporti con altri colleghi, mi sembra non corretto diciamo che si cercava di andare d'accordo un po' con tutti. Per quanto riguarda gli aneddoti ne ho tanti ma visto che sta per uscire un libro dove racconto tutto di me, preferisco non dirteli...hahah. (Avete capito? Che dispettosa? E' ancora lei Katiuscia altro che Caterina... Ma è giusto così, meglio non sapere ed aspettare che esca il suo libro che davvero, ne sono sicuro, avrà un ottimo successo e ho la vaga sensazione che ne leggeremo delle belle).
GP: Parlaci un po' di com'eri realmente, e questa volta racconti tutto mi raccomando (Non voglio che i nostri fans si lamentino dicendo che ometta qualcosa o dimentichi di scriverlo... Uff è proprio Katiuscia accidenti). Eri sportiva, pantofolaia oppure incontrollabile come il tuo personaggio e magari se vorrai potrai parlare della tua famiglia d’origine.

Caterina: Assolutamente incontrollabile, nessuno riusciva a frenare le mie furie ribelli. Non era facile starmi vicino ma sicuramente la vita con me era imprevedibile. Lo è ancora oggi!
GP: Ecco non mi hai risposto a tutto... Vabbèh sarà per il libro ma, almeno all'ultima domanda spero tu possa soddisfare un po' di più tutti noi (cerco di fare uno sguardo triste, assumere un atteggiamento mesto ed un sorriso carino, anche se ho dei dubbi al riguardo... Ti prego rispondi ti prego rispondi ti prego rispondi...). Poi la svolta e altre scelte professionali che ti hanno fatto cambiare strada. Ora pensando a quegli anni, fai bilanci oppure pensi che la vita vada vissuta e non voltarsi mai indietro nonostante le esperienze servano per maturare?
Caterina: Oggi faccio una vita molto diversa da allora, è normale le cose cambiano, si cresce, si hanno esperienze alle spalle che ti fanno maturare. Ma nonostante tutto continuo a seguire il mio istinto e il mio cuore. Ho buoni amici, un figlio meraviglioso e tanta esperienza di vita. Sono fortunata e ringrazio, tutte le mattine appena sveglia, la vita che mi riserva continue sfide. Ecco tutto questo sono io.
Praticamente l'intervista è finita qui, Caterina giustamente non vuol rivelare di più, ha un libro in uscita ed io come scrittore so che vuol dire, gli editori sono categorici non deve trapelare nulla fino a che il lavoro è già nelle librerie e posso capirla. Comunque confermo è la stessa ragazza di allora, senza peli sulla lingua, simpatica, estroversa e piena di iniziative e la cosa che mi fa molto piacere e credo anche a tutti voi, è saperla felice di essere una madre  stupenda e di avere anche un figlio come Neri. In bocca al lupo Caterina, aspettiamo con ansia l'uscita del tuo lavoro ed intanto ci piace ricordarti come la nostra grande inimitabile peste dei fotoromanzi.

- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista Max, Nicole, Andrea, Ruggero ossia STEFANO CARBONI



Lo so non vi sto prendendo in giro con questo titolo, ma capire qual'è il vero motivo per cui ho scritto queste parole... E sono stato ancor più sadico non mettendo nessuna foto per dare quell'alone di mistero che questi personaggi tra i più amati della Lancio, hanno regalato in vent'anni e dico vent'anni di storia dei fotoromanzi. Ma partiamo con ordine (e non è davvero una cosa semplice): un grazie enorme alla nostra splendida MIRELLA che è stata la fatina della situazione e complice straordinaria, ma passiamo ora a scoprire il mistero che aleggia in questa vicenda.
Fare un'intervista ai protagonisti agli attori della nostra amata ex-Lancio è piuttosto facile, un po' perché li si conosceva tramite foto, interviste ed altri aneddoti ma quando si tratta di “scavare” nelle persone che lavoravano dietro le quinte è più difficile. Se poi si tratta uno sceneggiatore è molto più complicato. Con le amiche Silvana Gay e Germana Di Rienzo è stato piuttosto facile, ci si è conosciuti su facebook e col tempo si è instaurata una bella amicizia fatta di rispetto, stima e condivisione di idee ma... L'intervista che sto per proporre è davvero inusuale. Io starei intervistando uno dei più, anzi forse il più prolifico degli sceneggiatori Lancio tra i più amati ma sinceramente con lui, dovrei intervistare Max De Nigro, Nicole Xavier,  Andrea Lopez e Ruggero Rossi Ragazzi...
Come? Che dite? Sono tanti in un'intervista sola? Ehm io direi, più che tanti tutti questi favolosi sceneggiatori targati Lancio sono... anzi... è una persona sola. Si lo giuro una persona sola il cui nome corrisponde a STEFANO CARBONI, praticamente alias Nicole, Max, Andrea e Ruggero.
Incredibile ma vero! Davvero come neo scrittore e collaboratore di blog e social network ed anche ghost-writer non riesco a capacitarmi di una simile fantasia da un giovane uomo (iniziò la sua carriera da ragazzo praticamente), un uomo che ha saputo creare innumerevoli storie d'amore, di avventura, di drammaticità e di allegria... Insomma una fonte inesauribile di creatività, di amore per la scrittura. Tante sono state le storie che ha scritto e che pubblicherò dopo questa intervista che sono sicuro sarà ancor più complicata di quella fatta con Pascal al telefono (dato il suo perfezionismo) e sinceramente ho un po' di paura di non essere all'altezza con le domande. Ma passiamo ora a capire un po' chi è il nostro Andrea-Nicole-Max-Ruggero in pratica Stefano che vi confermo è un bellissimo ed affascinante uomo.
Non lo conosco personalmente ma ho potuto sbirciare una sua foto (da futuro e vecchiotto giornalista-non gossip ma curioso come una scimmia non potevo non farlo ovviamente e spero che Stefano mi perdoni) ed ho visto un “ragazzo” anzi un bel ragazzo coetaneo, dai capelli scuri e dagli occhi profondi che sanno esprimere molte cose, so che è originario della bellissima Sardegna e vive a Roma ma stop, tutto quello che so è questo ma non demordo...
Quindi sono partito come un carro armato scrivendogli delle domande quasi a raffica scoprendo (almeno spero) chi si nasconde davvero in tutte queste 5 persone di cui una in carne ed ossa e qual'è il segreto della sua fantasia incredibile e da cosa si ispirava.
Ma andiamo con ordine altrimenti mi ci perdo pure io, i lettori e tutto il gruppo.

Giampaolo: 
Stefano Carboni, un nome che ad alcuni potrebbe essere normale ma se dicessi Max De Nigro, Andrea Lopez, Nicole Xavier e Ruggero Rossi Ragazzi, qual'è la verità, quale saresti tu in realtà? Il primo o tutti insieme? E in ognuno di loro c’è qualcosa di te?

Stefano:
In effetti sono tutti nomi che ho utilizzato nei miei anni, bellissimi, trascorsi alla Lancio. Nomi tra l’altro scelti da quel genio che era Stelio Rizzo, vero “papà” del fotoromanzo, creatore di una serie cult come Jacques Douglas, e mio mentore. Fu lui a intuire le mie potenzialità e fu sempre lui a decidere che, vista la mia capacità di scrivere storie molto diverse, sarebbe stato simpatico “griffarle” con nomi diversi. E così Max De Nigro divenne lo sceneggiatore di storie brillanti e un po’ pazze. Andrea Lopez, invece, era il creatore dei plot più drammatici. A Ruggero Rossi Ragazzi venivano attribuiti i fotoromanzi più vicini al genere thriller. Mentre Nicole Xavier era il mio alter ego femminile, il nome con il quale firmavo le storie più intense, quelle più dolci. La cosa più divertente è che quando scrivevo io “diventavo” davvero Max, Andrea, Ruggero e Nicole e ognuno aveva un suo stile, delle caratteristiche che il pubblico riconosceva e amava. Diciamo che all’epoca ero affetto da una sorta di bellissimo disturbo da personalità multipla.

Giampaolo:
Praticamente quasi un bipolarismo positivo (penso sorridendo) e passo subito ad una domanda quasi uguale alla prima, devo dire che per me è stato emozionante. I nomi con cui hai firmato grandi storie Lancio sono stati casuali, di fantasia o ti sei ispirato a persone viventi e che conosci? E soprattutto come ci sei arrivato alla Lancio.

Stefano:
In realtà, come ti ho detto, i nomi li scelse tutti Stelio Rizzo e, per ognuno di loro, aveva una spiegazione affascinante. Max De Nigro era nato, bontà sua, dall’idea che io rendessi al massimo (Max) quando scrivevo storie brillanti. Il fatto che io fossi molto scuro, di capelli e di carnagione fece il resto (De Nigro). Andrea Lopez venne fuori perchè Andrea è un nome che mi è sempre piaciuto mentre Lopez fu deciso da Rizzo perché secondo lui avevo un aspetto che ricordava uno spagnolo. Ruggero Rossi ragazzi piacque a entrambi per via delle tre erre che formavano le inziali e perché suonava piuttosto altisonante. Per Nicole fu una scelta dovuta alla musicalità dell’insieme. Per quanto riguarda il come sono arrivato alla Lancio è una bella storia. Sono sempre stato piuttosto bravo nell’inventare storie, abile nei dialoghi, portato nella costruzione dei plot narrativi (a dodici anni avevo già letto centinaia di romanzi e visti non so nemmeno io quanti film). Quando nemmeno ventenne trovai il coraggio di mandare un soggetto alla lancio non avevo idea di come sarebbe potuta andare a finire. Rizzo mi convocò con una telefonata a dir poco lapidaria (“L’aspetto dopodomani alle 11.00 nella nostra sede”). Arrivai lì armato della mia faccia tosta e lui mi fossi negli occhi e mi chiese: “Cosa le fa pensare di poter diventare uno sceneggiatore Lancio”. “Il fatto di essere bravo”, gli risposi. “Vedremo cosa sarà capace di fare”, ringhiò il grande Stelio. Quello fu l’inizio che mi portò a scrivere circa 800 fotoromanzi e 500 novelle. Ti dico solo una cosa che ti potrà sembrare incredibile. Nel corso di un’intervista radiofonica con la Rai, Stelio Rizzo, alla domanda sul successo dei fotoromanzi in Italia e nel mondo, rispose che lo “scrittore” più letto del pianeta non era Stephen King ma un ragazzo romano, del quale non fece giustamente il nome, che scriveva la media di quattro fotoromanzi al mese e che totalizzava centinaia di milioni di lettori spersi in tutti i continenti. Il giorno dopo andai alla Lancio e dissi a Rizzo che forse aveva esagerato; lui mi fece vedere i dati di vendita nei vari Paesi del mondo dei miei fotoromanzi…e io rimasi letteralmente a bocca aperta. Erano numeri stratosferici!

Giampaolo:
Sono sbalordito e devo dire che avendone letti tanti dei tuoi fotoromanzi, si può dire di non aver avuto dubbi a riguardo. Le tue sono state tantissime le storie che hai scritto per la Lancio e deduco che in un certo senso è stata parte della tua vita, ovviamente la fantasia è un dono naturale... Da dove prendevi le fonti d'ispirazione per scrivere tutto quello che hai fatto? C'è qualche storia in particolare a cui sei più affezionato indipendentemente da “chi” l'ha scritta? E qual'era il genere che ti riusciva meglio? E se ci fossero degli attori o attrici in particolare che potevano “aiutarti” nella sceneggiatura immaginandone i volti?

Stefano:
Vediamo di rispondere per ordine. Certo, hai ragione quando dici che la fantasia è un dono naturale… diciamo che io ho saputo coltivare al meglio, questo dono. Spesso come fonte di ispirazione utilizzavo il racconto di qualche amico, una scena rubata per strada, una mia vicenda personale. Ma la maggior parte delle volte scattava qualcosa nella mia testa, partivo per la tangente dicendo a me stesso “ma pensa cosa succederebbe se un ragazzo e una ragazza si ritrovassero da soli, in una casa, in mezzo a una tempesta e scoprissero di essersi già conosciuti anni prima”. E partivo di getto. Storie in particolare alle quali sono legato… sai, le storie sono un po’ come i figli, difficili preferirne uno. Però forse ho un debole per alcuni fotoromanzi firmati da Max De Nigro… scrivevo e ridevo da solo… un vero spasso! Attori e attrici che mi hanno particolarmente ispirato. Forse Roberto Farnesi ma solo perché in qualche modo contribuii a crearlo, in qualche modo. Ma questa è una storia lunga, magari la raccontiamo un’altra volta.

Giampaolo:
Certamente, capisco (dico con finta sincerità ma... mmm che rabbia non saperlo subito). Com'era il tuo rapporto con la Lancio, con lo staff e gli attori, sempre se puoi e vuoi raccontarcelo ed ovviamente magari qualche aneddoto simpatico accaduto nelle fasi di lavorazione oppure con lo staff o attori.

Stefano:
Considera una cosa, io sono entrato nella scuderia Lancio che avevo 20 anni e ne sono uscito che avevo compiuto i 40… una vita! Per me la lancio è stata una famiglia, una grande esperienza di vita, una enorme opportunità dal punto di vista professionale e umano. Quindi di aneddoti potrei raccontartene a decine. Ne scelgo tre, che hanno segnato il mio percorso. Il primo fu la volta in cui i “grandi vecchi” della Lancio mi convocarono perché spiazzati dal mio modo di raccontare i personaggi femminili. Sai, fino ad allora c’erano state queste eroine tutte votate alla dolcezza e a una sorta di castità, con un linguaggio assai pudico. Io raccontavo donne forti, capaci di fare delle battute anche sul sesso… non una cosa semplice da accettare per chi era cresciuto con un altro ideale femminino. Spiegai le mie ragioni, dissi loro che le mie amiche erano così, che le ragazze degli Anni Ottanta erano così, che bisognava svecchiarsi per non rimanere indietro. Inizialmente erano perplessi ma alla fine li convinsi e la Lancio, almeno nelle mie storie, cambiò decisamente stile. Un’altra storia carina è legata a una mia serata in compagnia di Sebastiano Somma e Roberto Farnesi. Io ho sempre avuto un discreto successo con le donne  ma uscire con loro fu una sorta di bagno di umiltà. Eravamo in un locale, le ragazze si avvicinavano e a me sembrava di essere diventato improvvisamente… invisibile. Tutta l’attenzione era rivolta a Seba e Roberto… io ero una specie di simpatico contorno! L’ultimo è un episodio triste e risale e non moltissimo tempo fa. Per varie ragioni cercavo da giorni di mettermi in contatto con Fernando Mercurio, uno dei grandi capi della Lancio, un uomo di grande valore. Non riuscendoci chiamai Barbara, sua nipote e mia amica, e lei mi disse che lo zio era morto tre giorni prima. E’ stata una delle poche volte, nella mia vita, in cui ho pianto.

Giampaolo:
Credo che la sua scomparsa sia stata un dolore forte per tutti quelli che lo avevano conosciuto, sapevo quanto era stimato. Poi come tutte le belle favole che finiscono presto, relativamente ovvio... La Lancio chiuse i battenti, naturalmente i rapporti si allontanarono nonostante il bene, la nostalgia ed altro. Com'è cambiata la tua vita dopo quest'esperienza di sceneggiatore-scrittore... E di cosa ti occupi attualmente?

Stefano:
In realtà io avevo dato una svolta alla mia vita quando ancora ero uno sceneggiatore della Lancio, cominciando a occuparmi di comunicazione e organizzazione eventi nel settore enogastronomico. Ho una mia società che attualmente è considerata tra le più importanti nel mondo dell’enogastronomia. Lavoro tantissimo, e con soddisfazione, raccontando il grande patrimonio agroalimentare italiano: cibo, vini, ristoranti importanti, in Italia e all’estero… questo ora è il mio mondo. Ma non ho dimenticato il mio grande amore, la scrittura. Recentemente mi è stata accettata una sceneggiatura addirittura dai Rai Cinema International e a gennaio dovrebbe uscire il mio primo romanzo che si intitolerà “Il paradosso del calabrone”.

Giampaolo:
Complimenti davvero Stefano sei un uomo in gamba e lo dico sinceramente, però ora... ehm.. Non vorrei entrare nel privato, ma so che molti lettori e lettrici piacerebbe sapere anche di come è ed è stata la vita di un beniamino, di una persona che ha regalato tanti sogni a molte persone. Non vorrei entrare in chissà quali particolari ma sarebbe bello che tu potessi raccontare un po' di te, della tua infanzia, di com'eri e di ciò che sei adesso.

Stefano:
Ho avuto una vita non facilissima ma bella. Sono stato un ragazzino precoce, molto vivace, capace di passare ore sui libri ma anche portato per lo sport (ho giocato in serie A a calcetto, ho raggiunto ottimi livelli nello judo, ora pratico la boxe). Negli anni della Lancio sono stato sposato con una ragazza meravigliosa, Anna, con la quale ho trascorso degli anni bellissimi. Ci siamo lasciati da ottimi amici, al punto che ora lavora spesso con me. Nel frattempo mi sono risposato con quella che è sempre stata la mia migliore amica, Maria Grazia, con la quale ho un rapporto persino difficile da descrivere. Lei ha un figlio, Lorenzo, che per me è come se fosse il mio. E’ un ragazzo fuori dal comune, bello e simpaticissimo, grande sportivo e a giorni otterrà la laurea in fisioterapia. Cosa posso dire ancora? Solo che sono un uomo realizzato e felice. Con un bellissimo presente e con un passato dove la Lancio ha un posto importante, un ruolo da protagonista. Anche per questo mi ha fatto estremamente piacere rispondere alle tue domande e rientrare in contatto con i miei lettori di un tempo.

Giampaolo:
Stefano che dirti, grazie infinite. Grazie per la tua disponibilità, sincerità e per aver raccontato tutto ciò che eri e ciò che sei ora, senza punte di vanità, arroganza, ma solo di orgoglio e amore per il lavoro svolto alla Lancio e credimi non è poco. Tutti noi ti ringraziamo  per ciò che ci hai regalato e donato in vent'anni di fotoromanzi, tanti sogni incredibili, divertenti, drammatici, pieni di sentimento. 
- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO intervista ANA LAURA FLORES





ANA LAURA FLORES, la dolce ragazza dei mari del sud

Ovviamente per la lontananza, fuso orario e impegni personali, non è stato facile intervistare Ana Laura, che è mia amica di facebook ormai da circa quattro anni. Ana Laura è una ragazza simpatica, dolce molto amante della vita tranquilla e della sua famiglia. Abbiamo riso insieme per il suo italiano un po' strano ma a dir la verità, si è capito tutto, credo che l'amore per il nostro Paese e i ricordi non l'abbiano mai abbandonata. Due occhi chiari dolcissimi ed un sorriso vero ecco questa è Ana Laura, che io la paragono come ad una bellissima stella del sud, aldilà dell'equatore, sopra l'oceano atlantico dove sono nate stupende storie di avventura. Ma lasciamo ora che sia lei a raccontarci un po' di tutto, dalla sua vita privata, al suo lavoro alla Lancio ed al presente:

“Sono nata a Buenos Aires in Argentina il 30 dicembre di 1969 ed ho 44 anni, sono alta 
 1.70 (ma purtroppo dopo i quaranta si incomincia ad essere più bassi ahahahha, esordisce con una simpaticissima battuta), ho gli occhi azzurri ed i capelli castani (che ora sono finti castani ahahaha, è troppo forte questa ragazza e molto simpatica).
Sono sposata da 17 anni e ho due bellissime figlie che assomigliano molto alla loro mamma (lo dice con orgoglio ma anche suo marito è un bell'uomo e quindi le figlie non potevano che essere stupende anche loro).
Ho incominciato a lavorare come modella a 17 anni, i miei genitori mi aiutavano moltissimo ed erano contenti che facessi questa professione, confesso che mi hanno dato tanto amore e grazie a loro sono andata avanti sempre così nella mia vita, donando amore e bene alle persone care.
Comunque ho sempre studiato, mi sono diplomata a 18 anni e subito dopo ho fatto un provino per la TV argentina, per un programma molto conosciuto e di grande successo all'epoca. Fu così che mi chiamarono in trasmissione lavorando per questo programma ed per altri per  circa tre anni.
   Alla fine del 90 per caso ho ritrovato in uno studio della tv, un mio amico di scuola che lavorava nella produzione dei programmi e mi convinse di inviare in Italia presso la famosa casa editrice Lancio con cui lui aveva contatti, delle foto per presentarmi come attrice di fotoromanzi e finalmente, come fosse stato un miracolo meraviglioso mi chiamarono presto , così incominciai a lavorare alla Lancio nel 1991.  In quell'epoca io avevo 21 anni.
 Devo dire la verità, di questo lavoro veramente non sapevo niente, non lo conoscevo anche perché non avevo mai letto un fotoromanzo. Per me e stata l'esperienza (dopo essere diventata mamma) piu bella della mia vita!  L'Italia e bellissima, mi sono sentita sempre come fossi a casa mia, questo grazie anche alla gente. La più bella cosa è stata che in questa terra non mi sono mai sentita una straniera, sono stati tutti molto gentili e carini nei miei confronti e per me sono stati anni meravigliosi anche se devo dire mi mancavano molto i miei famigliari, da mia madre a mia nonna e tutti i miei amici che stavano dall'altra parte del mondo. 
Ho talmente tanti ricordi belli della Lancio e di quel periodo che non posso dire niente di negativo o che mi abbia disturbata, sia i colleghi attori che tutto lo staff sono stati magnifici e da loro ho imparato tantissimo, grazie ai loro consigli. Mi piaceva osservare ogni fase della lavorazione, dalle storie, da come venivamo guidati dal regista, il trucco, le luci, la fotografia, insomma tutto. Imparavo cosa voleva dire la serietà e l'impegno in questo meraviglioso lavoro e devo dire che erano tutti molto bravi nel loro campo.
Ho avuto molti buoni rapporti con tutti, ma con Efi Rassimov era nata un'amicizia molto forte e bella che dura ancora oggi, siamo state in vacanza insieme, sono stata anche in Grecia un paio di volte a casa dei suoi genitori e lei è sempre molto affettuosa nei miei confronti. Un altra grande amicizia anzi si può dire che siamo fratelli è con Nicolas Salem, l'altro attore argentino dei fotoromanzi con cui ho lavorato spesso, Nicolas lo considero una persona eccezionale.
Sono stata molto amica anche con Geraldine Thomas e Susie Sudlow con cui andavo in palestra e uscivamo spesso insieme, poi mi piaceva condividere le cene con Daniela Formica era troppo divertente, stavamo tutte nello stesso albergo insieme.
Ci sono stati tanti altri colleghi con cui mi sono divertita e mi sono trovata a mio agio sul lavoro: Sebastiano Somma, era bellissimo lavorare con lui, è davvero un grande attore.
Poi durante la permanenza in Italia, mi piaceva andare a visitare i castelli, quando ero lì mi sembrava di tornare bambina e far finta di essere una principessa in attesa del cavaliere o del principe mio sposo.
Poi come tutti i sogni poi subentra la realtà, avevo fatto un contratto per tre anni con la Lancio, ma poi mi mancava molto mia madre e la mia famiglia e ho preso una decisione molto difficile, tornai in Argentina per sempre. Lasciai con dispiacere questo vostro bellissimo Paese, è stato davvero dura lasciare tutto qui, Roma, gli amici ed il lavoro, quando poi ero in Argentina nel corso degli anni pensavo a tutto questo e piangevo di nostalgia. 
 Tornata a Buenos Aires continuai a lavorare come fotomodella e partecipare a varie trasmissioni televisive fino a che nel 1994 conobbi mio marito, anche lui era un fotomodello molto quotato, ci siamo innamorati follemente decidendo di sposarci nel 1997. Poi dopo tre anni da “fidanzati” nel 2000 è nata la mia prima figlia Candelaria, e nel 2003 la mia secondo genita Micaela che oggi hanno 14 e 10 anni. Sono ragazzine molto brave, studiose e tranquille. Sono molto felice ed orgogliosa di loro e devo dire che sono molto contenta anche di mio marito, che oltre ad essere il mio compagno di vita è anche tutto per me siamo molto legati, inoltre è un ottimo padre con le nostre bambine.
Essendo molto religiosi, siamo cristiano evangelici, andiamo sempre ogni domenica alle funzioni e posso solo dirti che la mia vita da quel momento è cambiata e sembra ancora più bella di prima, da quando dentro di me ho avuto l'”incontro personale” con Dio e sinceramente senza la sentita presenza di Gesù non potrei vivere serenamente, e questa è la cosa più importante e bella della mia vita di oggi.
Che dirvi ancora? Grazie di ricordarmi , grazie a tutti voi che mi avete amata per me stessa, per il mio lavoro alla Lancio, per la simpatia che mi avete dimostrato e che dimostrate tutt'ora. Un abbraccio forte dall'Argentina e un bacio dalla vostra Ana Laura.
E l'abbracciamo anche noi, con simpatia, con tenerezza perché lei Ana Laura è una donna speciale, bella, sincera e amica, speriamo inoltre che presto possa venirci a trovare in Italia. Ciao Ana Laura

- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista VITTORIO RICHELMY





VITTORIO RICHELMY, uno sportivo lupo di mare

Molti anni fa quando avevo circa sette/otto anni e vivevo dalla nonna materna, mi capitò tra le mani un fotoromanzo e vidi un signore distinto un po' cattivello, dagli occhi molto chiari che mi impressionarono molto e dissi a nonna: “Sono uguali a quelli di papà” e in quel momento scoprii Rik Helmut, un attore Lancio che baciava la bellissima Michela Roc (che identificavo con mia madre per via dei capelli biondi). Mi dava la sensazione di un marinaio abituato a “sciupare” le donne con baci e false promesse (forse per via di una maglia tipo marinaio che indossava, ma il mare, scoprii in seguito, davvero era la sua passione).
Questo signore dagli occhi di ghiaccio ma dal sorriso luminoso si chiama Vittorio Richelmy, e con un diminutivo nordico (anche per il suo aspetto teutonico) prese il nome d'arte come attore: Rik Helmut, che con Gerry Ross in quegli ultimi anni 60 divenne uno degli attori che preferivo ed ammiravo molto. 
Vittorio nasce a Torino il 20 luglio 1941, sportivo, è alto 1.82  e si descrive così alla mi a domanda da quanto è sposato: “FELICEMENTE  DA 44 ANNI CON DUE FIGLI.”
La sua franchezza e disponibilità mi spinge ad incominciare con la domanda più ovvia per un rappresentante molto in vista della nostra amata Lancio:
GD: quando hai iniziato a lavorare alla Lancio e come è avvenuta la cosa. Vittorio inizia così raccontando la sua “storia”:
VR: “Casualmente” nel 1965, arrivai a Roma e confesso che lo feci per allontanarmi dai casinò (casinò mi chiedo?) che da Torino la città in cui vivevo erano abbastanza vicini (Saint Vincent è a 80 km circa). La giovanisisma età e la foga giovanile, all'epoca mi fecero avere come dire... un'attrazione per il gioco ed alla fine mi trovai a dovermi cercare un lavoro.
La grande Caterina Boratto, bravissima attrice italiana del cinema muto e prima cugina di mia madre, in quel periodo stava girando un fotoromanzo con Sogno (che a quel tempo era di proprietà della Rizzoli), mi presentò al direttore della casa editrice, il mio fisico e volto fecero una buona impressione ed inoltre pagavano anche molto bene per un giovane come me, così accettai subito quel lavoro e partecipai ad un fotoromanzo che oltretutto, non sapevo manco cosa fosse in verità, non avendone mai letti..
Quando uscii sulle copertine, fui chiamato da altre case editrici e anche dalla Lancio, nel frattempo interpretai qualche film sicuramente non di prima serie:  
“Rose rosse” per il Fuhrer del 1967, con una grande attrice purtroppo scomparsa troppo presto: con Anna Maria Pier Angeli (nota in America con il nome Pier Angeli).
Poi “36 ore all'inferno”  del 1969 con altri due attori che hanno lavorato alla Lancio: Rodolfo Valadier e Alain Gerard. In seguito “Attento Gringo, è tornato Sabata” del 1972, “Dieci bianchi uccisi da un piccolo indiano” (1974 ed infine “I cannoni tuonano ancora” del 1975.
Quando mi fermai alla Lancio, i fotoromanzi girati furono tanti nella mia carriera quarantennale: 346 come attore di cui solo 16 da protagonista e precisando sono stati 14 nel grandissimo Jacques Douglas (divenni il fidanzato di Ella, dopo la scomparsa di Jacques Douglas) e 2 nelle fotostory.
Però devo confessare che il mestiere di attore non mi piaceva molto, poi con nel 1972, con la “sponsorizzazione” di Paola Pitti che allora era come una sorella per me, presso il direttore della Lancio, ho iniziato con la regia e dopo più o meno 1500 lavori da regista, ho smesso nel 2004.
Un fatto curioso che ricordo spesso è questo: nel primo fotoromanzo interpretato con Sogno, ero un ufficiale tedesco della seconda guerra mondiale, gli esterni furono girati il primo giorno in una via del centro storico di Fornello, a pochi passi da Roma, vicino ad un vecchio casale. Vent'anni dopo per puro caso, quel casale divenne la casa dove ho abitato per altri, anzi per più di vent'anni. Poi con mia moglie, abbiamo deciso di vendere tutto e comprare una barca che ora è la mia casa attuale e viviamo stabilmente, quando non siamo in viaggio, a Monastir in Tunisia. 
GD: Provo a chiedergli: che cosa ti aspettavi da questo lavoro e come ti trovavi i primi tempi e cosa speravi nel futuro in questa azienda.
VR: Come ho accennato prima, non mi era mai piaciuto fare l'attore, al contrario con la regia mi sentivo a mio agio perfettamente. Per il futuro... Beh quando il grande successo del fotoromanzo incominciò a calare, a causa secondo me, delle telenovelas, poi delle fiction e telefilm in tv, ho consigliato all'editore di passare anche noi ai telefilm. “I tempi cambiano ed il fotoromanzo inevitabilmente morirà” dissi ma non ho avuto ascolto e la gloriosa e la più grande casa editrice mondiale di fotoromanzi, alcuni anni dopo è scomparsa.
GD: Prima hai parlato di una bella e fraterna amicizia con Paola Pitti, quindi passo a farti questa domanda: i tuoi rapporti con colleghi, attori, lo staff e magari se ci fosse qualche aneddoto (raccontabile ovvio) come sono stati?:
VR: I rapporti con colleghi sono stati sostanzialmente ottimi, con gli attori ed attrici seri e puntuali bene, con gli altri mi arrabbiavo molto anche perchè questo lavoro doveva essere preso seriamente. Per quanto riguarda la produzione i rapporti erano spesso difficili (dall'altra parte con idee di destra, io con le mie di sinistra - loro romanisti ed io juventino potrai benissimo immaginare), ma comunque c'erano grande stima e rispetto reciproci e quindi quarant'anni insieme avranno significato qualcosa no?
GD: Non troppo soddisfatto dalla risposta, (volevo qualcosa di più preciso... Ah il gossip), insisto. Con chi ti trovavi più a tuo agio come attrice e attore senza nulla togliere agli altri e quali sono stati i lavori tuoi che ami di più ed eventualmente anche quelli degli altri.
VR: Come dicevo prima mi trovavo benissimo con gli interpreti puntuali e professionali, mentre per quanto riguarda il lavoro più bello che abbia mai girato è stato “I colori del giorno e della notte “ ed “Anael Vivrà” (ovviamente sono stati tra i più votati penso ricordando sia le storie che le copertine magnifiche). Quelli degli altri, i più belli sono stati girati da Paolo Brunetti e Nando del Marro.
GD: Passando alla regia che immagino per te sia stata un’occasione molto importante visto le risposte precedenti, da chi hai imparato e cosa hai dato sempre come regista, al pubblico ed alla lancio?:
VR: Ho imparato da solo, al pubblico penso di aver dato lavori esteticamente e graficamente molto validi, sulle storie non potevamo intervenire, ci veniva data una sceneggiatura da realizzare che non potevamo modificare in assoluto. Alla Lancio credo di aver donato professionalità, onestò e soprattutto capacità di risparmiare sui costi di produzione.
GD: Se me lo consenti, passerei anche a qualche accenno alla tua vita privata (ovvio cose che si possono dire e che molti già sanno del tipo, se sei sposato, sei padre, nonno, gli hobby, cosa ti piace fare di più) qui hai completa carta bianca di decidere ciò che vuoi far sapere:
VR: Sono sposato da moltissimi anni, ho due figli Veronica e Manuel, Sono nonno di Mattia che ha tre anni che come tutti i nonni lo trovo bellissimo ( e lo è sicuramente penso io). Poi quarant'anni di regate, il mio sport preferito su molte barche differenti e tra queste preferisco i catamarani dove modestamente ho vinto cinque campionati italiani (due dei quali con mia moglie) e un settimo posto ai mondiali nel lontano 1986. Ora vivo in Tunisia con mia moglie in una barca a vela di 12 metri (che invidia penso) e se potrà interessare per pescare notizie, ho un blog che confesso, non aggiorno per pigrizia da più di tre anni:
  http://vittoriorichelmy.blogspot.com/

Ecco mi spiace che l'intervista a Vittorio sia finita perché è sempre piacevole, scoprire cose interessanti e anche private, di personaggi che sono stati amati e hanno dato moltissimo alla “nostra Lancio”, ai nostri sogni, che dire? Un grazie a questo “lupo ma non tanto, di mare” che immagino disteso sulla sua barca sotto un sole caldo mentre l'azzurro sconfinato del mare fa da cornice alla sua felicità. 
Le foto pubblicate sotto, sono tratte da ruoli interpretati nel corso della sua carriera e le copertine sono quelle di alcuni dei suoi lavori di grande successo.

- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista FRANCESCA ROMANA FILONE





FRANCESCA R. FILONE, lo sguardo di fuoco

Non è stato difficile intervistare Francesca, che grazie al contatto con Mirella, la nostra bellissima ex attrice Lancio, si è messa subito al lavoro dopo le mie richieste. Non pensavo di trovare una giovane donna così alla mano, simpatica e soprattutto sincera e gentile e disponibile ad ogni domanda. E sono contento anche di averla “conosciuta” dopo anni di letture delle sue stupende interpretazioni, ma prima di fare la solita carrellata di domande che tutti vorrebbero sapere, ho chiesto a Francesca, di parlarci un po' di lei, liberamente, senza pudori e con sincerità, solo una descrizione della sua infanzia e dove viveva da piccola, quali erano i suoi sogni e che adolescenza aveva passato, ed il quadro che ne è emerso è sorprendentemente bellissimo:
   
   Sono nata a Frosinone, da una famiglia normalissima, madre maestra di scuola elementare e padre titolare di un’azienda produttrice di materassi e simili ereditata dal padre. La mia infanzia è stata bellissima, credo di essere stata molto fortunata….a scuola ero brava, adoravo scrivere e disegnare, il tempo libero lo trascorrevo a giocare con gli amichetti nei prati…(Frosinone a quei tempi, era un piccolo e tranquillo centro e la mia casa era vicino ad una zona verde, che ora purtroppo non c’è più…) o a fare lunghe passeggiate con mia nonna, raccoglievamo mentuccia, cicoria, lumache…insomma un’infanzia alla Heidi!!!! 
   Ero anche una discreta ballerina classica, ma solo fino all’età di 12 anni… Poi ho deciso di abbandonare la carriera, non sono mai stata una sportiva da luoghi chiusi e regole ferree!
   Ho trascorso molto tempo anche con mia zia Teresa, sorella di mia madre, con lei mi divertivo a giocare nella vasca con delle alici vere (accuratamente pulite, ovvio!) che mi comprava il giovedì al mercato…Forse da lì viene la mia passione smodata per il mare! Passione che coltivo ancora e che ha avuto seguito con una serie di brevetti di subacquea ottenuti negli anni, ora sono aiuto istruttore e con l’Ass. teniamo un corso di subacquea per i bambini seguiti dallo SMREE ASL di FR, che non sono disabili, ma hanno disturbi della personalità e problemi di vario genere… Sembra che lo stare con la testa sott’acqua aiuti molto, a me sicuramente elimina lo stress. 
   Ricordo che da piccola avrei tanto voluto fare il muratore, o il benzinaio. In merito la mia maestra chiamò mia madre per chiederle se era tutto normale a casa e come mai una graziosa bimbetta volesse ad ogni costo diventare un muratore o un benzinaio e non una ballerina, o una hostess… Il benzinaio, beh, non saprei giustificarlo, se non con il gusto che provavo nel sentire l’odore di benzina mentre mio padre faceva rifornimento; il muratore, sicuramente perché con i miei compagni di giochi non facevamo che costruire capanne, ripari e casette di mattoni. 
   Non avevo sicuramente le idee chiare, magari dovevo solo essere indirizzata meglio, magari ora sarei un’abile architetto! E infatti al momento della scelta dell’università mi sarei segnata ad architettura, se solo non avessi iniziato a lavorare alla Lancio… Così mi sono trovata di fronte ad una scelta: la Lancio, quindi, lavoro, soldi, vita romana o la vita universitaria napoletana, mantenuta dai miei genitori, beh, ad oggi mi capita ancora di chiedermi: “Ma se ora fossi architetto, come (e dove soprattutto) sarei?”, domanda inutile, Io sono qui, ora e va benissimo così.

I miei pregi: generosa, leale/onesta, passionale, responsabile, concreta. Non rimando mai a domani, perché sono fatalista; non sono paurosa nè “lamentina”, adoro la novità, l’avventura, spesso mi inebrio di facili entusiasmi, cosa che si rivela essere sia un pregio, sia un difetto (che faccio lo metto nel mezzo????). Non mi curo dei pettegolezzi, delle apparenze e delle mode del momento.
I miei difetti – Impaziente, eccessivamente protesa a fare tutto, bene e subito, ma la perfezione non esiste ed io ci resto male; poco femminile (lo dicono i miei amici!) lunatica, timida e soprattutto con altalenante autostima…sono un’eterna insoddisfatta dei risultati che ho ottenuto. Spesso vittima delle mie aspettative, caratteristica collegata alla scarsa autostima ovviamente….mi fermo qui altrimenti sfodero tutto il mio percorso auto-psicoterapico e magari non è il caso ;-)
   Aspirazioni x il futuro? Continuare ad andare avanti così come ho sempre fatto, potendomi guardare allo specchio con tranquillità, vedendo riflessa in esso una bella persona, tutto sommato. 
Famiglia? Se arriverà e quando, sarà per me la soddisfazione più grande. L’amore è un valore aggiunto, quando cessa di essere tale cessa di essere amore per questo è anche molto difficile trovarlo.
Passiamo ora al periodo della Lancio, e ricordiamo a tutti ( e ormai i veri fans  tutti sanno) che:
Il primo fotoromanzo interpretato da Francesca, era stato pubblicato nel gennaio 1996: "L'ombra della nostra notte". Il volto di Francesca, con quegli splendidi occhi verdi, e quel fascino mediterraneo e sensuale, colpisce fin da subito, aprendole le porte di una carriera sempre in salita, con più di 250 fotoromanzi interpretati, e solo tre non da protagonista. L
La domanda, forse un po' banale e la più ovvia che mi è salita dal cuore è la solita: come ci sei arrivata alla Lancio e cosa ti aspettavi da questo lavoro?
Alla Lancio sono arrivata grazie al fotografo Gianni Cavicchia. Mi vide al mare, a Terracina, mi fermò e mi chiese se volevo fare un provino per i fotoromanzi Lancio. Non vi dico nemmeno come l’ho trattato, pensavo fosse un bavoso in modalità “approccio ragazzina che vuole fare la modella!” (conoscendo Gianni, per la sua gentilezza ed educazione, immagino come ci sarà rimasto poverino). Del resto avevo appena finito gli esami di maturità e di certo non pensavo di poter fare qualcosa nel campo dello spettacolo, avevo fatto qualche foto qua e là, ma andare a finire su una rivista….quel mondo mi era sconosciuto e soprattutto non mi affascinava affatto; intervenne il bagnino, mio e SUO amico, che mi spiegò tutto e la cosa finì con un mio “Non saprei, magari ci penso”, lo dissi distrattamente a mio padre e lui, inaspettatamente, non fece passare una settimana e mi accompagnò al fatidico provino!!! Era il settembre 1995…

Seconda domanda, come vedevi il suo lavoro alla Lancio, se i tuoi desideri di allora come prima attrice erano realizzati ed eri consapevole di tutto ciò. Visto il successo grazie alla tua bravura e bellezza e anche la simpatia che si vedeva sprigionare dal sorriso e dall'espressione dei tuoi occhi (e non è adulazione, è proprio vero):

Ho cominciato a lavorare come protagonista al mio secondo fotoromanzo. Non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo. E a dire il vero, non mi ci vedevo poi tanto in mezzo a tutte quelle “dive”, io ero un maschiaccio, una ragazza semplice, “de paese” (come qualcuno mi ricordava qualche volta), quello non era il mio posto. Invece, è stato il mio posto per ben 16 anni! Non ho mai pensato di avere meriti particolari, a parte quello di alzarmi alle 5:30 per raggiungere, nei primi anni col treno, successivamente con la macchina, la capitale ed essere sempre, sempre puntuale! La bellezza per cui ero stata scelta era merito forse di una buona genealogia, certo non mio, il fatto di poter piacere al pubblico tanto meno, la bravura? Se c’è stata davvero, un talento innato. In fondo io mi divertivo, non era faticoso come molti altri lavori, (anche se delle volte giravamo in situazioni al limite del concepibile) e diciamocelo, si guadagnava benissimo x quegli anni. E’ grazie alla Lancio se, dai 19 anni, sono diventata economicamente indipendente, mi sono laureata ed ho viaggiato tanto! Grazie ancora “mamma Lancio”!

Secondo te che cosa hai dato al tuo pubblico in tutti quegli anni alla Lancio e come vedevi le lettrici ed i lettori dal tuo punto di vista intendo..

Io non conoscevo i fotoromanzi, quando me ne parlò il fotografo ricordo che gli dissi: “fotografo de che?????”, quindi non li avevo mai letti, né visti, ma soprattutto non ne capivo l’intensità. 
Adoro leggere. I libri però sono diversi, sei tu ad immaginare i personaggi a dar loro un volto ed un’espressione, nel fotoromanzo la tua fantasia scivola tra mille dettagli in più, si amplifica e ti coinvolge totalmente, se ciò che leggi e che vedi ti appassiona poi ne sei interamente parte. 
In merito ai lettori, ho capito solo più tardi cosa significasse “amare” uno di noi. Mi sono sempre domandata che cosa eravamo in grado di regalarVi… Secondo me siamo stati trasposizioni viscerali delle vostre emozioni, a tratti fissate dalla carta patinata, a tratti in carne ed ossa, comunque emozioni vissute e sorseggiate nei momenti di assoluta dedizione a se stessi. Siamo stati un “Voi” alternativo, decontestualizzato, libero, sempre diverso, parallelo, a misura del momento. E questa è la magia dei fotoromanzi mista alla fantasia dei lettori.

I tuoi ruoli preferiti quelli a cui ti sentivi più portata e se c’è qualche storia a cui eri più affezionata e magari qualche storia che avresti voluto interpretare tu al posto di un altra..

In genere ho amato tutti i miei ruoli, o quasi. Adoravo soprattutto il modo in cui mi avevano cucito addosso alcuni personaggi, sempre un po’ sofferti, profondi, a tratti tragici. Preferivo storie intense a storie leggere, mi piaceva ritrovarmi a soffrire sul serio per “l’accaduto-mai accaduto”... Facevo un po’ come fanno i lettori, ma interpretando attivamente. 


Una domanda che può sembrare provocatoria visto il gossip che gira da anni nelle nostre tv e sui giornali, ma qui voglio intenderlo invece in modo simpatico e per niente malizioso, potresti dirmi quali erano i rapporti con i suoi colleghi lancio, attori e staff? E se puoi raccontare qualche aneddoto divertente che ti sono capitati con alcuni di loro, qualche cosa di buffo da far conoscere ai tuoi lettori come ha fatto sempre Anna Zoli.
Lo staff lo adoravo tutto, tranne piccola antipatia reciproca con il Sig. Del Marro Nando, ahahahahaha. (e qui conoscendo Nando, mi domando ma dev'essere proprio un birichino quest'uomo – rido anche io pensando alla faccia che farà leggendo tutto questo). Con la troupe ero affiatatissima, Igor il parrucchiere è stato uno dei miei più cari amici, anche fuori dal lavoro, insieme a Simone Piccioni, che vedo ancora, Antonio Morra, ed il mitico Sandrino (Sandro Di Muro) per il quale mi sono presa la mia prima ed unica “cotta Lancio” della storia. Gliel’ho confessata solo qualche anno fa, quando eravamo abbastanza amici per poterci ridere su senza incrinare l’amicizia e l’affetto che ad oggi ancora ci lega. Episodi? Beh non saprei da dove cominciare, e quanta malinconia improvvisamente. Cavolo è la prima volta che mi fermo così a lungo sull’argomento “Lancio” dopo tanto tempo ed improvvisamente ho un groppo in gola, vero, ops! Faccio una pausa.

Beh posso immaginare, anni di lavoro e piacevole divertimento con persone amabili, in un ambiente che ha dato molto è innegabile provare emozioni e magari anche qualche lacrimuccia che scivola sulla guancia. Però non possiamo fermarci e dopo qualche minutino, ripropongo altre domande alla nostra bellissima Francesca.
   Del tuo privato, della tua vita si sa pochissimo, se non ora qualcosa per quanto riguarda il tuo profilo qui su fb, ma piacerebbe a tutti sapere come sei in realtà: sportiva, pantofolaia oppure vivace, allegra e un po' pazza e magari se vorrai potrai parlare della tua famiglia d’origine sei hai fratelli o sorelle, se sei sposata o hai figli (ovviamente se puoi farlo) sei sempre stata un po' misteriosa a dire il vero :-)

La mia vita attuale riassunta è pressappoco così: dirigo l’azienda di famiglia, quindi mi occupo di produzione di materassi, letti, etc  etc... come ha fatto mio padre e mio nonno prima di lui. Non ho una famiglia mia, vivo però da sola ed ho coronato il sogno di essere “l’architetto di casa mia”; e siccome adoro fare lavori di bricolage e sono un’attivista del “fai da te”, ho coronato anche il sogno di essere “manovale di casa mia”, per es. adesso sto costruendo l’arredo giardino, riciclando delle vecchie pedane di legno che avevo in fabbrica, uno spettacolo! 
Un figlio lo vorrei solo se avessi prima un compagno di vita, non l’amore di turno, credo che sarei anche una brava mamma, ma ho dei saldi valori, quindi dimentico l'età biologica e non mi faccio prendere del panico… Se riuscirò ad avere un figlio sarò alle stelle, se non ci riuscirò vorrà dire che avrò fatto dell’altro. Da quando ero adolescente mi dedico al mondo del volontariato, altro sogno coronato è quello di aver creato e fatto davvero funzionare un’associazione, Sorrisi a Colori, che si occupa di minori in stato di precarietà. Seguiamo diverse iniziative, come x es. le raccolte fondi, alimentari o di vestiti x le case famiglia o famiglie della zona, un corso di subacquea rivolto ai bambini seguiti dalla Asl di Fr con problematiche socio-psicologiche, da tre anni editiamo il calendario Sorrisi a Colori, ogni anno con uno scopo benefico diverso, non diamo soldi, ma finanziamo progetti …e sogni. (per maggiori info…FB…seguiteci!) 

Ed io ve lo consiglio proprio, andate a vedere su Sorrisi e Colori, scoprirete sorprese magnifiche, brava la nostra ragazza, ma passiamo ancora a qualche curiosità:
Poi la svolta e altre scelte professionali che ti hanno fatto cambiare strada come quasi tutti gli attori lancio. Ora pensando a quegli anni, fai bilanci oppure pensi che la vita vada vissuta e non voltarsi mai indietro nonostante le esperienze servano per maturare? Ed ora di che cosa ti occupi e come vivi le tue giornate.

Che lavori ho fatto dopo il periodo Lancio? Di tutto un po’, eccetto quello per cui mi sono laureata!!!! Sono stata consulente finanziario, commerciale per una radio locale, ho lavorato in banca e poi mi sono licenziata per AMORE (beh un'ottima ragione penso io) ….dedicandomi al servizio ai tavoli per stare con lui… 
Sono anche “Quella dei corsi”, sostengo il motto “Impara l’arte e mettila da parte”, quindi ho fatto corsi di tutti i tipi… Corso di portamento, di trucco, di decoupage, di pittura e ceramica all’Università della terza età, sono diplomata Sommelier AIS, 1° diploma di massaggio shiatsu, mi mancano 8 esami alla seconda laurea in Scienze dei Servizi Sociali, Sono Dive Master FIPSAS, con delle amiche teniamo un corso d’arte ogni mercoledì a casa mia e stiamo creando una linea di Oggetti Artistici di recupero e bijoux, prendendo spunto dal progetto RecupArte di Sorrisi a Colori. (A questopunto mi chiedo ma Franscesca ha pure il dono dell' ubiquità???)
 Ma ho un sogno nel cassetto, aprire un asilo miulti-servizi per i bambini che non hanno la fortuna di poter sviluppare le proprie potenzialità, la sento una missione più che un sogno!!!! 
Altro capitolo fondamentale della mia vita è la mia ESPERIENZA IN AFRICA: 3 ANNI A CAPO VERDE- 
   Finito l’amore romano che mi ha fatto abbandonare il mio impiego in banca, sono tornata a Frosinone e sono partita per Capo Verde, un viaggio con mio fratello di 10gg ospiti di un suo amico….Il destino ha fatto il resto. Da quando avevo 10 anni provavo un amore innato per l’Africa, la mia camera era piena di foto e la mia curiosità era incolmabile. Sentivo parlare spesso di Capo Verde, un arcipelago in mezzo all’Oceano dove le persone erano diverse, un mix fantasioso di tratti somatici e cultura, pelle scura e occhi verdi… Alla prima possibilità di andare a constatare con i miei occhi quelle storie legate alla mia infanzia, sono andata .e sono rimasta folgorata. Boa Vista, un’isola indimenticabile, un vivere senza ritmi incalzanti, lunghe spiagge e oceano impetuoso; gente sorridente e accogliente ed un'assoluta mancanza di un passato per chi arrivava e si fermava in quel paradiso. 
    Appena rientrata in Italia mi sono inventata un modo per tornarci ancora e poi per andare a viverci .Import Export di materassi lì dove non c’era nulla ed il turismo era in espansione. Mi sono trasferita da sola, non conoscevo la lingua, non conoscevo nessuno! Dopo poco parlavo il portoghese, il creolo… ed ero amica di Italiani, capoverdiani e di tantissimi bambini delle favelas; loro mi hanno insegnato il dialetto creolo, loro mi hanno ispirato a creare un’associazione che si occupasse di loro, di tutti i bambini…loro mi hanno insegnato la dignità, l’amore incondizionato e l’importanza di un sorriso x tutti, mi hanno dimostrato quanto noi adulti siamo lontani dall’essenza e vicini all’effimero. A loro devo la mia rinascita.
Ho vissuto là tre anni, mentre aprivo la mia attività sono stata “receptionista” in un piccolo villaggio e guida turistica, ho scritto una guida dell’isola in Italiano ed ho cominciato a far muovere i primi passi all’Associazione che ad oggi è per me come un figlio.
Sono andata via per questioni di famiglia, ho lasciato l’isola tre anni fa e non ho ancora trovato il coraggio di tornare. Ci sono voluti mesi prima che ricominciassi a vivere, una volta tornata in Italia, non basterà una vita per abituarmi all’idea che la vita vera non è questa. Ma parliamo d’altro, ancora mi vengono le lacrime agli occhi quando parlo della mia isola.
SONO IPERATTIVA, l’unico sport che pratico seriamente è il Pilates….in realtà non sono una sportiva, non amo la palestra, né il sudore….adoro mangiare e cucinare, farlo per me e per gli amici, amo il mare, l’acqua in tutte le sue forme, sono piena d’iniziativa e soprattutto ho il terrore della NOIA, quindi il mio must è fare. La pazzia non mi è mancata e non mi manca neanche a 37 anni! Ho provato tante cose folli, alcune di quelle che si possono raccontare…il paracadute a 4000 mt (…e sentirli tutti!!!!), il rafting, la traversata oceanica in gozzo, le immersioni a  - 56 metri, il bagno con gli squali, adoro le montagne russe e adoro volare, se potessi costruirmi 2 ali farei la fine di Icaro…. Le pantofole? What’s pantofole?...addirittura adoro andare a piedi scalzi! 
Adoro l’Africa, quella vera, i viaggi on the road, zaino in spalla che organizzo meglio di un tour operator (i miei amici mi chiamano FilonTour!), mi piace conoscere gente diversa da me e mescolarmi con essa, amo viaggiare anche da sola; ballare e cantare (meglio se da sola!!!!). So essere un giullare di corte e tenere banco x ore, o il poeta più triste e dannato della storia, fatico a trovare mezze misure, purtroppo o per fortuna. In amore amo incondizionatamente, ne pago le conseguenze e non me ne sono mai pentita.
Ho un fratello, il secondo uomo della mia vita, il primo è ovviamente mio padre, ha 8 anni meno di me, Matteo. E’ stato il mio bebè, il mio peggior nemico, quando dovevo badare a lui e non potevo uscire con le amiche, il mio migliore amico adesso. Non sono gelosa in genere, ma x lui faccio un’eccezione, guai a chi lo tocca! Com’è lui? E’ me al maschile, ovviamente, quindi neanche troppo lontani vista la mia dotazione di testosterone superiore alla norma! ahahahaha

La vita va vissuta giorno x giorno, bisogna trovare il tempo per voltarsi indietro, solo per cercare di non commettere gli stessi errori! 
MI hai definito misteriosa Giampaolo? Misteriosa io???? Noooo, al contrario, parlo poco, ma quando comincio non mi fermo più, te ne sarai accorto anche tu! (Già rettifico tutt'altro che misteriosa, un vulcano sempre in espansione.)
Grazie mille ed un abbraccio a tutti tutti!
Francesca Romana 
 Io finisco col dire: grazie a te Francesca, una donna sincera, stupenda, piena di vita e  curiosità e mai banale. Noi ti pensiamo sempre come la bellissima protagonista dei nostri fotoromanzi ma abbiamo compreso, leggendoti in questa lunga ed fantastica intervista, che sei sempre una protagonista, protagonista della vita, della tua vita in tutte le sfumature.

- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista GIANNI CAVICCHIA





GIANNI CAVICCHIA, "l'obiettivo" Lancio

er me è stata una sorpresa quando, non appena ho contattato su facebook Gianni Cavicchia, subito ci siamo scambiati indirizzo mail e skype e nel giro di cinque minuti ci siamo visti, su quest'ultimo. Ho trovato in lui una simpaticissima persona, molto gentile e disponibile e finalmente ho "visto" com'è uno dei fotografi più bravi e brillanti della Lancio. Mi sembrava di parlare con un amico già da tanto tempo conosciuto, chiacchieravamo normalmente di tante cose e di tante curiosità soprattutto sulla nostra e sua amata Lancio.
Ovviamente pur essendo curioso mi sono limitato a fare domande riguardanti la sua esperienza e soprattutto chi è infine Gianni Cavicchia, di solito lo staff dietro le quinte è sempre un po' misterioso e la curiosità dei lettori e delle lettrici prevalgono sugli attori ed attrici preferiti. Infatti un po' di dubbi il nostro Gianni li ha avuti ma io trovo giustissimo che, oltre ai divi dei fotoromanzi anche i "divi nascosti" della nostra casa editrice possano venire allo scoperto e con loro aneddoti, curiosità e la piacevole scoperta di conoscere finalmente una persona che ha contribuito e non poco a far si che la Lancio abbia avuto il meglio tra i collaboratori che si occupano di fotografia ed altro.
Quindi ho voluto formulare delle domande per conoscere un po' la vita di questo eccellente fotografo e grande persona, ne sono uscite delle curiosità davvero divertenti ed interessanti. Possiamo partire? Ma si partiamo con la prima domanda e lui, Gianni con tranquillità davanti alla sua web cam, inizia a raccontarmi la sua storia:
GP: Gianni, ora che siamo rilassati ed ho avuto il piacere di parlare con te del più e del meno per creare un'atmosfera tranquilla (anche se mi sentivo subito a mio agio e non riuscivo a crederci a dir la verità), vorrei che ci parlassi un po' di te.
Gianni: Sono nato a Roma e precisamente a trastevere nel 1941, sposato con Gianfranca e non abbiamo figli. E da sempre, fin da piccolo i miei hobby e passatempi sono stati il mare e la pesca (che strano tutti i registi ed altri dello staff hanno la stessa mia passione il mare, ma continuiamo), ora viviamo nella bella città di Terracina, dove possiamo dire di aver trovato una tranquillità e un modo di vivere a misura d'uomo. 
GP: Prima di approdare alla Lancio quali erano i tuoi obiettivi e cosa desideravi di fare “da grande”?

Gianni: Finito il militare da poco stavo cercando lavoro e sinceramente non sapevo bene cosa intendessi fare nella mia vita e per il mio futuro. Mio fratello Sandro, che lavorava già per la Lancio come capo troupe mi disse che stavano cercando un elettricista, così mi presentai e venni assunto subito nel lontano 2 giugno 1965, la nostra festa nazionale, ed iniziai proprio quel giorno, immediatamente.
GP: Poi praticamente sei passato alla fotografia immagino e come è avvenuta la cosa?

Gianni: Il mio lavoro lavoro da elettricista durò molto poco, circa un anno. Perché nel frattempo mi ero appassionato di fotografia appunto. Stando molto vicino al grande maestro Fabrizio Albertini, bravissimo fotografo e collaborando insieme a lui, ho appreso tutti i segreti di questo lavoro. Inquadrature, luci, impostazioni della macchina fotografica alta o bassa, secondo le fattezze del volto di un attore o attrice.

GP: Praticamente ti si era appianata una futura strada nell'azienda, si potrebbe dire:
Gianni: Ovviamente, ero talmente affascinato da quest'ambiente che venni coinvolto subito. Il nostro mondo dello spettacolo era popolato da personaggi famosi e da bellissime ragazze. Speravo davvero che un giorno sarei potuto diventare anche io un fotografo e così avvenne (io direi un bravissimo fotografo visti i risultati di moltissime scene scattate da lui). Il nostro direttore di allora Filippo Ciolfi, mi fece iniziare come fotografo di fotoromanzi, in un lavoro col compianto Sergio Cecconi come regista e così iniziò la mia lunga carriera alla Lancio.
GP: Mi viene spontaneo chiederti com'erano i tuoi rapporti con colleghi, attori, lo staff e magari se ci fosse qualche aneddoto (raccontabile ovvio):

Gianni: I rapporti con i colleghi sono stati subito ottimi, perché sapevano della passione che mettevo in questo lavoro e quando il mio direttore, si complimentava con me per un lavoro svolto benissimo, io chiamavo i miei collaboratori e solitamente dicevo loro: "Ragazzi, abbiamo fatto un ottimo lavoro, complimenti a tutti voi". Una cosa invece che mi faceva davvero incavolare (è un eufemismo ovviamente) era il ritardo di alcuni attori, uno dei tanti era Claudio Aliotti ( ma questo io lo sapevo già da anni, sapevo che Claudio era un birichino), mentre le attrici erano quasi tutte puntuali e pronte. In genere mi sono trovato bene con tutti (a parte le arrabbiature per i ritardi). I lavori che preferivo svolgere erano i "Jacques Douglas", "Lucky Martin" ed i Kolossal. Questi mi davano la possibilità di lavorare con i registi che preferivo, su tutti: Fernando Del Marro-Paolo Brunetti-Vittorio Richelmy, e sinceramente le loro storie erano le più interessanti. Però lavorare con Nando Del Marro era un'altra cosa, eravamo in sintonia su tutto, un fratello per me. Devo confessare che il fotoromanzo a cui sono più legato e che preferisco in assoluto è "NEPPURE UNA LACRIMA" con Franco Gasparri, Marina Coffa e Susie Sudlow, fatica ed impegno per questa storia tra le più belle che mai la Lancio abbia pubblicato e che per la prima volta Gasparri fece un personaggio negativo (La copertina l'ho voluta inserire qui in questa mia intervista, una copertina fuori dal comune e originale per l'epoca). Ho lavorato anche come regista per circa un anno e mezzo, ma la mia passione per la fotografia ha prevalso, così sono tornato a fare ciò che preferivo di più.
GP: Però mi piacerebbe sapere con chi ti trovavi più a tuo agio con attrici e attori senza nulla togliere agli altri e quali sono stati i lavori tuoi che ami di più ed eventualmente anche quelli degli altri e soprattutto le più grandi soddisfazioni come fotografo di copertine o servizi vari..

Gianni: Le attrici mi piacevano un po' tutte (e come non capirlo) ma certamente avevo delle preferenze e che per cavalleria non ti posso nominare chi erano, (mannaggia penso, almeno una... Ma Gianni è irremovibile). Aldilà della Lancio fotoromanzi, ricordiamoci che l'azienda produceva Skorpio e Lancio Story e per un certo periodo anche Playboy era gestito dalla Lancio. Infatti ho fatto tanti servizi per questa rivista sexy, poi molte copertine dei fumetti Lanciostory e Skorpio. Sono stato inviato dalla redazione per dei servizi musicali su Sanremo per circa 4 o 5 anni e fotografavo i cantanti per la rivista Fotostory. Ho anche svolto servizi in Ungheria a Budapest per la Rolls Royce.
GP: Chi trovavi fotogenici perfetti/te tra gli attori ed attrici Lancio, quanto sono importanti le luci, gli obiettivi, le posizioni, se lavorare di sera era molto più faticoso che di giorno. Insomma cose che riguardano l'essere fotografi e se ci sono dei piccoli segreti per migliorare foto e scene.

Gianni: I visi più interessanti tra gli uomini erano Roberto Farnesi, Sebastiano Somma e naturalmente il massimo cioè Franco Gasparri. I volti femminili più belli e fotogenici sono stati quelli di: Claudia Rivelli, Marina Santi, Maria Antonietta, Milena Miconi, Alessandra Cellini, Daniela Formica e Isabella Savona. Ma le ho amate tutte. Certo che Claudia Rivelli aveva una classe innata, un portamento incredibile, eleganza e poi quegli occhi verdi impressioonanti, una donna che era molto riservata ma simpatica e sincera, poi molti anni dopo un'altra attrice che mi ricordava Claudia sia in bellezza che nella classe e nel portamento è stata (e lo è ancora ovviamente) Cecilia (Cecilia Chiavegatti) che interpretò magistralmente "La spiga d'Irlanda" diventata poi moglie di Ferdinando Mercurio, altra bellezza sfolgorante. 
I segreti per essere un fotografo, sono quelli di riuscire a vedere cose che altri colleghi non vedevano, sfumature, espressioni e soprattutto devi amare questo lavoro, come l'ho amato io. La Lancio per me ha rappresentato tutta la mia vita ed ancora oggi, non passa giorno che non ricordi come era bello collaborare in quella grande azienda. 
Vorrei aggiungere anche una cosa, negli anni 90, siamo stati invitati a Mediaset precisamente su Rete 4 per raccontare del fotoromanzo Lancio, gli intervistatori erano Patrizia Rossetti e Marco Predolin, i quali oltre alla gentilezza e professionalità sono stati fantastici e lei, la Rossetti ha confermato che i nostri fotoromanzi li leggeva sempre e che sono stati molto importanti nella cultura italiana. Oltre alla mia presenza, c'erano Milena Miconi, Roberto Farnesi, Pascal Persiano ed il grande Paolo Brunetti. Devo dire che sia nelle pause pubblicitarie e dietro le quinte abbiamo ricevuto molti complimenti e quelle due ore e mezza di trasmissione furono state davvero splendide, Pascal piacque molto alla Rossetti come non dalre torto, un bell'uomo e bravo attore. Insomma fu un'esperienza indimenticabile.
P.S. = Lavoro ancora, qui dove vivo sono molto popolare, un grandissimo fotografo... ahahah stavo scherzando.
Grazie Giampaolo, per questa chiacchierata piena di ricordi, e soprattutto per aver avuto l'occasione di parlare di questo lavoro che ho amato tantissimo (e che amo tutt'ora) e farlo conoscere a tutte le nostre lettrici e lettori, sperando di aver lasciato nei loro cuori, ricordi e storie indimenticabili.

GP: Grazie a te per la tua disponibilità, siamo noi doverti ringraziare per ciò che hai regalato con immagini stupende di storie indimenticabili, sei sempre nel cuore di tutti i "lancetti" e la nostra stima per te sarà sempre viva più che mai. Ciao.


Le foto sono state gentilmente concesse da Gianni Cavicchia e rappresentano di suoi momenti durante il lavoro e attimi di posa.

- Giampaolo -